In equilibrio sopra un filo di riso
Parti, non hai una destinazione precisa con un nome e una via, ma una direzione sì. Muovi il primo passo verso Sud e magari è a Est che vuoi andare. Dove vai? Da qualche parte, tu lo sai.
Non sapevo che anche i luoghi potessero parlare. Non conoscevo molto di quel lembo di terra, solo che si trovava in Cina. Erano anni che volevo risvegliarmi fra le terrazze di riso per guardare il cielo specchiarsi nell’acqua che abitualmente raccolgono. Ho lasciato che il tragitto prendesse forma sulle circostanze che avrei quotidianamente incontrato. Ho adottato una filosofia un po’ alla cinese: avevo un obiettivo ma non così rigido da rendermi cieca davanti alle potenzialità dei cambiamenti sul cammino verso lo stesso. Essere più inclini al mutamento dunque, diversamente dal “pensiero occidentale”: cambiare!
Dopo cento giorni e dieci mila chilometri alle spalle, mi trovai a camminare sui cigli di enormi terrazze placidamente stese sopra i mille e duecento metri sul livello del mare. Era un martedì di ottobre e la nebbia era così fitta arrivando all’ostello di bambù non se ne distingueva nemmeno l’ingresso.
A sole ritrovato, i miei piedi si muovevano in equilibrio sui bordi fangosi che dividevano una terrazza dalle altre; dietro, le mie ombre si dileguavano come scritte su sabbia bagnata. Quel giorno un pacchetto di fazzoletti di carta era la mia agenda che adesso apro e rileggo come se fosse ieri: «ho raggiunto il luogo che da anni sognavo. Un po’ per averlo visto in belle fotografie, un po’ per la storia che esso racconta. Terrazze di terra s’innalzano per metri e metri fino a raggiungere i mille. Gonfie d’acqua le prime ostacolano la vista delle seconde. Allora ti addentri per guardare, segui i contadini infangati, li perdi e sei sola in mezzo ad un nulla che non sai. Un po’ di nebbia corre veloce sopra la tua testa, allora aspetti. Ti siedi, lo sguardo al cielo. Quanto corrono veloci quelle nuvole basse di fina pioggia! Arrivano dalla montagna alle tue spalle, ogni goccia sembra fare a gara per arrivare a valle. In pochi secondi trasformano il colore del cielo e della terra, in un battito di ali scompaiono lasciando vuoto lo spazio fra te e l’infinito blu. Adesso si può continuare ad ammirare la terra. Ti alzi, allarghi le braccia e mandi gli occhi al cielo. Spedisci la tua anima lassù e ti guardi dall’alto, osservi bene dove sei e inizi a camminare. Segui le serpentine che delimitano le risaie, mantieni le braccia allargate per non rischiare di cadere, o per far finta di volare. Sfinita ti fermi, ad occhi chiusi contempli la meraviglia che tanto sognavi, per poi riaprirli ed essere investita dal calore del soffio vitale che ti ha condotto fin lì; è così vivo e forte che le lacrime si arrendono a tanta felicità. Piangi e ridi al medesimo tempo, sei luna e sole, sei pianto e gioia. Sei tutto, in uno solo».
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venerdì 27 Dicembre 2024