Fabbriche aperte ad agosto e niente ferie oppure ferie scaglionate. La proposta era stata avanzata già nel mese di giugno da parte presidente di Confindustria Carlo Bonomi ed aveva ottenuto l’appoggio di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil. Un recupero del 10%, infatti, potrebbe cambiare le prospettive, che ad oggi appaiono nere. Dal Rapporto Annuale 2020 dell’Istat, in cui è stato dedicato ampio spazio all’emergenza Covid-19, si evince che il “segno distintivo del Paese nella fase del lockdown è stato di forte coesione”, con “alta fiducia” nei confronti delle istituzioni ed “elevato senso civico verso le indicazioni sui comportamenti da adottare”. Il rapporto mette in luce un quadro economico e sociale eccezionalmente complesso e incerto. L’impatto della crisi, infatti, è stato amplificato dalla fase di stallo nella quale si trovava l’economia italiana prima dell’emergenza sanitaria, con un Pil cresciuto nel 2019 appena dello 0,3%. Nel primo trimestre 2020, l’Istat evidenzia come il blocco parziale delle attività abbia avuto effetti diffusi e profondi. Il Pil si è contratto del 5,3% su base congiunturale. Sul fronte degli scambi con l’estero, il calo delle esportazioni è stato più intenso (-8,0%) di quello delle importazioni (-6,2%). L’impatto maggiore è stato quello subito dalle imprese. Nella Fase 1, nel bimestre marzo-aprile 2020, il 45% ha sospeso l’attività e oltre il 70% ha inoltre dichiarato una riduzione del fatturato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; oltre il 40% ha riferito un calo superiore al 50%.
Il primo impatto sull’attività a marzo è stato seguito, nel mese di aprile, da una significativa contrazione congiunturale di tutte le attività produttive. L’indice di produzione industriale è sceso di oltre il 42% rispetto all’anno precedente, mentre per quello delle costruzioni il calo tendenziale è pari a circa il 68%. In calo anche i flussi commerciali con l’estero, con le esportazioni diminuite di quasi il 30% nel bimestre marzo-aprile rispetto agli stessi mesi del 2019. Tra i problemi emerge in particolare quello del reperimento della liquidità, con contraccolpi sugli investimenti segnalati da una impresa su otto. Preoccupa anche che il 12% delle imprese sia propensa a ridurre l’input di lavoro, a fronte di un netto calo degli occupati con circa 450 mila in meno a marzo e aprile che ha riguardato soprattutto donne e giovani. Tra gli effetti della crisi si segnala anche un aumento dell’inattività e un calo del tasso di disoccupazione (al 6,3% ad aprile). Il calo dell’inflazione e la debolezza della domanda hanno portato a un’ulteriore discesa dei margini di profitto. Nei primi mesi del 2020, inoltre, gli effetti del crollo delle quotazioni del petrolio hanno portato a un calo tendenziale dei prezzi al consumo (Indice IPCA) dello 0,3% a maggio. Secondo l’Istat, la percezione di aumento dell’inflazione è probabilmente dovuta alla risalita dei prezzi dei beni di largo consumo, vicino al 3% ad aprile e sceso al 2,6% a maggio.
Se lo scorso anno l’Italia ha proseguito il percorso di risanamento della finanza pubblica, favorito da un ulteriore ampliamento dell’avanzo primario (l’1,7% del Pil), secondo l’Istat la crisi Covid avrà un impatto rilevantissimo sui saldi di finanza pubblica e sul rapporto tra debito e Pil. A fronte di questo quadro, al lato pratico, numerose aziende, anche trentine, hanno optato per le ferie scaglionate. Via libera quindi, per i più fortunati, alla tradizionale grigliata di Ferragosto, che però avrà il sapore dell’incertezza.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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