Una ragione per iniziare ad amare i piccioni è sapere che sono animali monogami e fedeli a vita. Il piccione maschio si prende tutto il tempo necessario per essere ammagliato da un piccione femmina. Una volta individuata la “principessa” con le ali da conquistare, inizierà a corteggiarla. Quando l’amata crolla di fronte al suo charme ha inizio la ricerca di un’equilibrata stabilità di coppia.
Sarà per questa natura bucolica che, incondizionatamente, l’uomo moderno è irritato dalla presenza dei piccioni o non perché sfiorano i nostri visi minacciando di colpirci con qualche residuo di sporcizia rimasto impigliato fra le zampe, oppure per il loro instancabile tubare fingendo sempre un “sì, sì” con il movimento della testa?
L’attesa, la pazienza e la certezza alla base di una “scelta per la vita” oggi sembrano ingredienti dai quali sfuggire, che denigrano la felicità invece che condurre ad essa, come dovrebbe essere.
A Venezia sono circa 100 mila i dolci volatili che risiedono, si innamorano e costruiscono la loro famiglia. Ognuno con la propria storia d’amore, dove la cura dell’altro è vissuta come un piacere e non come un ostacolo alla valorizzazione del sé.
Una volta nella vita dovremmo farci ospitare in Piazza San Marco e riflettere che l’insicurezza di dire “sì” a chi si ama davvero è alimentata dall’incapacità di attendere per costruire, di comprendere che “per sempre” non è una serie di futuri “nuovi inizi” con altre persone, e che la vita in due non è una serie TV, ma un bellissimo film in bianco e nero, proprio come quelli degli anni ’50 quando i piccioni facevano da sfondo alle fotografie dei viaggi di nozze.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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