Affitti al nero. Non parliamo di case bensì di uteri.
Aumentano ogni anno le coppie – sia etero con problemi di fertilità sia omosessuali – che si affidano alla maternità surrogata. Consiste nell’unire in vitro semi e ovuli dei futuri genitori (di un terzo nel caso omosessuale), poi trasportare l’embrione nell’utero di una donna che affronterà la gestazione e il parto. In Italia la pratica è illegale ma in diversi Stati è possibile, anche se la regolamentazione non sempre è chiara. In alcuni casi – Argentina, Belgio, Olanda – si consente se lo scopo è “donare” gratuitamente il proprio utero per aiutare chi è sterile; in altri – Grecia, Israele – sono previste delle spese di rimborso per la madre surrogata; in altri ancora è espressamente richiesto un pagamento per l’affitto – alcuni stati USA, Canada, Russia, Ucraina, India –. Altrettante Leggi e differenze riguardano poi la decisione della madre in affitto di cedere o meno il bambino che porta in grembo; spesso viene fatto firmare un contratto (che può essere annullato) prima del concepimento o dopo il parto.
Tra la grande confusione di regole e differenziazioni ci sono anche le scorciatoie. In India esistono Centri fatiscenti, a cui si rivolgono soprattutto americani e inglesi, dove il costo dell’intera operazione è molto più basso che in Occidente; ma non rispettano né i Diritti né la salute delle donne prescelte, considerate uteri-ambulanti, allettate da alti guadagni o obbligate da mariti che, una volta ottenuti i soldi, le abbandonano ai traumi post partum. Un caso recente è stato invece quello della tratta Marocco-Lussemburgo: le stime parlano di varie centinaia di marocchine che avrebbero “ospitato” il DNA di ricchi genitori del centro Europa, con la connivenza dei medici, per 13-17.000 €. Il Lussemburgo nega, il Centro Marocchino dei Diritti Umani protesta.
Che siano episodi noti, celati o modificati, l’etica bussa alla porta. Si scrivono libri sulla pedagogia, sulle fasi dell’embrione in pancia, sul rapporto madre-figlio e poi basta una firma per cancellare 9 mesi dalla vita di due persone (la madre surrogata e il bambino).
mercoledì 30 Ottobre 2024
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