È piaciuto agli amanti dei gatti e non, ai bambini ma anche agli adulti. C’è infatti tutta la magia del mitico Studio Ghibli nel film d’animazione La ricompensa del gatto (titolo originale The Cat Returns). Diretto nel 2002 da Hiroyuki Morita, già animatore di Kiki consegne a domicilio e I racconti di Terramare, in Italia è stato distribuito nelle sale soltanto a Febbraio 2016 (evento speciale di due giorni).
Spin-off del noto I sospiri del mio cuore (sceneggiato nel 1995 dal pluripremiato fondatore dello Studio Hayao Miyazaki), La ricompensa del gatto affascina per il surrealismo della trama, la speciale caratterizzazione dei personaggi, l’ironia dei dialoghi e l’accuratezza delle ambientazioni.
Haru è una liceale stanca della monotonia quotidiana. Timida e abbastanza impacciata, un giorno salva un gatto che rischia di essere investito da un camion e che si alza in piedi per ringraziarla. La notte stessa la ragazza riceve la visita del Re dei Gatti: il gatto che ha salvato è suo figlio, il Principe dei Gatti, e come ricompensa gli verrà data in sposa. Per sfuggire a questo destino, Haru si rivolge a tre personaggi secondari de I sospiri del mio cuore che qui diventano protagonisti. Ecco allora il gatto Baron, vestito da dandy e specializzato in simili emergenze, affiancato da due assistenti: il gatto Muta, appena sovrappeso e piuttosto scontroso, e il corvo Toto. La ragazza viene comunque rapita e condotta nel magico Regno dei gatti dove sarà protagonista di una serie di avventure e dove si aprono due possibili scenari: Haru si trasformerà definitivamente in un gatto oppure riuscirà a ritornare a casa, magari più matura e sicura di sé?
Il segreto per salvarsi, le ripete in continuazione Baron, è non perdere mai la propria identità: «Always believe in yourself. Do this and no matter where you are, you will have nothing to fear»*.In fondo il film altro non è che la metafora del passaggio dall’adolescenza all’età adulta, ovvero della conquista della propria consapevolezza.
L’atmosfera leggera e surreale de La ricompensa del gatto si riflette soprattutto nel finale perché rimane difficile stabilire con certezza se si sia trattato soltanto di un (bel) sogno.
Breve ma molto dinamico, il film ricorda un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie. E, pur non essendoci traccia della profondità dei film di Miyazaki e di Takahata (altro maestro dello Studio), il lavoro di Morita ha ugualmente la capacità di trasportare lo spettatore in un fantastico mondo.
* Credi sempre in te stessa. Fallo e non importa dove tu sia, non avrai nulla da temere.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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