Era l’estate del 79 d.C. (forse il 24 agosto) quando le quotidiane attività dei pompeiani furono interrotte da un forte boato e da un’improvvisa pioggia di cenere e lapilli che durò diverse ore. Il Vesuvio aveva eruttato, creando un fitto strato di polvere che ricoprì l’intera città di Pompei e altre aree limitrofe, formando un velo che le conservò per i posteri come un tesoro nascosto. Il forziere fu riaperto nel 1748 da Carlo di Borbone e pian piano vennero portati alla luce Ercolano, l’area dei Teatri, del Foro Triangolare e del Tempio di Iside.
Uno dei periodi più prolifici per gli scavi fu durante la prima metà del Novecento, sotto la direzione di Spinazzola prima e di Maiuri poi, quando rinacquero la Lavanderia di Stephanus, la Casa del Moralista, la Palestra Grande, la Necropoli di Porta Nocera e molti altri siti famosi. Dopo questa fase sono continuati gli scavi in zone più limitate, anche grazie ai fondi stanziati, e nel 1997 l’Unesco ha dichiarato Pompei uno dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità. Questo titolo, però, rischia oggi di essere revocato a causa delle inefficienze che si sono verificate negli ultimi anni: crolli di mura, poca cura nella preservazione di alcuni mosaici, mancanza di canali di drenaggio e conseguenti infiltrazioni d’acqua. Il tutto ha portato anche alla chiusura degli Scavi ai turisti a fine giugno di quest’anno e al conseguente ultimatum, da parte dell’Unesco, per indurre a intervenire. La data di scadenza è il 31 dicembre 2013 e il Governo Italiano si è impegnato di recente a usare 50 milioni messi a disposizione dai Fondi europei; stavolta, promettono Trigilia (Ministro per la Coesione territoriale) e Bray (Titolare dei Beni culturali e del Turismo), il denaro sarà ben speso, sia per aprire nuove zone al pubblico che per mantenere in buone condizioni quelle già esistenti. Non resta quindi che dare fiducia al Grande Progetto Pompei, perché gli italiani e anche i turisti sono stanchi di doversi riparare la testa dai sassi che crollano e dalle promesse che sfumano. Pompei non può rimanere sotto la cenere.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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