Un bès – Antonio Ligabue, di Mario Perrotta. Regia di Mario Perrotta e Paola Roscioli
«”Un bès… Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi”. Provo a chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita – quella che so di avere vissuto – ma senza un bacio. Neanche uno. Mai. Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate altre, anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è comunione di carne e di spirito, senza neanche una carezza. Mai. E allora mi vedo – io, così come sono – scendere per strada a elemosinarlo quel bacio, da chiunque, purché accada. Ecco, questo m’interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine – oltre il confine – là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura da tutta una vita.»
E chi l’ha visto cosa dice? Lasciamo la parola ai nostri Trentatré spettatori:
Un quadro, un bès. L’urgenza d’amore, l’urgenza dell’arte: un mix esplosivo di parole e tratti a carboncino che creano personaggi vivi che fanno soffrire. Uno dei viaggi teatrali più emozionanti.
Katia Vinco (33 Trentini in 33 parole)
Non abbiamo assistito ad una rappresentazione teatrale, vi abbiamo partecipato; perché Perrotta, fin dall’apertura della scena in platea, ti porta con sé sul palcoscenico. Così ti immergi nelle sofferenze della diversità, che emargina anche quando è accompagnata al genio. Emotivamente coinvolgente, questo teatro usa il disegno dal vivo, la musica, i pannelli non per esibizionismo ma solo per la credibilità del racconto.
Enrico Miorelli (33 Trentini in 33 parole)
Mario Perrotta disegna col carboncino mentre recita, evocando luoghi, volti ed emozioni. Inizia sempre da dei dettagli sui grandi fogli in scena, e attorno a questi fa crescere la storia di un bacio rimandato all’infinito. Come dice Perrotta durante l’incontro con il pubblico a fine spettacolo, la platea respira insieme a lui mentre si lascia trasportare, anche se il colore di Antonio Ligabue è solo nella sua voce.
Anna Bruschetti (33 Trentini in 33 parole)
Un’interpretazione toccante e resa forte dalle immagini che prendono presenza e voce grazie all’intensità emotiva di Perrotta. L’emarginazione, la richiesta inevasa di un bès e la pochezza sociale rimarranno il filo conduttore che continua a lavorare dentro anche quando cala in sipario.
Francesca Groppo (33 Trentini in 33 parole)
mercoledì 30 Ottobre 2024
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