I giornalisti de la Repubblica hanno scioperato per l’irricevibile piano di ristrutturazione deciso dall’Editore, il quale prevederebbe ben 81 esuberi, ovvero il taglio di un quinto della Redazione. Quello lanciato dal giornale del Gruppo Espresso è solo l’ultimo di una lunga serie di allarmi proveniente dal mondo dell’editoria, affossato in una crisi sempre più nera e apparentemente senza via d’uscita.
Il refrain che si ripete da anni è quello per il quale l’industria editoriale sarebbe stata messa in ginocchio dall’avvento dei nuovi media. Ma c’è anche chi la pensa diversamente, come Michael Holler, direttore dell’Institut für Praktische Journalismus- und Kommunikationsforschung e professore all’Università di Lipsia. In un’intervista rilasciata al settimanale Der Spiegel ha affermato che la crisi dell’editoria sarebbe nata ben prima dell’avvento di Internet, iniziando a mettere radici già negli anni Ottanta. La colpa sarebbe da ricondurre proprio agli Editori, i quali non sarebbero stati in grado di fidelizzare i propri lettori, scadendo nel superfluo e nel superficiale.
L’analisi di Holler può essere giusta o errata ma, dati alla mano, è incontestabile che il calo dei lettori sia iniziato ben prima dell’entrata in gioco dei media digitali, ovvero già allora, di fronte ad una decrescente richiesta di informazioni, si scriveva troppo. Oggi però si è arrivati all’apice di questo processo: troppi giornali, troppi romanzi destinati ad ammuffire negli scatoloni, troppe pagine, troppi portali d’informazione e sempre meno lettori, spaesati di fronte ad un’offerta che, più che avvolgere, sembra stringere.
Insomma, la si guardi da dove si vuole, il nodo resta il medesimo: si scrive troppo (su carta e su pc), si capisce sempre meno. E tutto questo era stato “predetto”. Nel 1978 Milan Kundera pubblicava infatti Il libro del riso e dell’oblio, un romanzo in forma di variazioni, in cui lo scrittore ammoniva perentorio: «Quando un giorno (e sarà presto) dentro ogni uomo si sveglierà lo scrittore, saranno tempi di sordità e incomprensione universali».
Gli sms, i blog, i social network, ci hanno trasformati tutti in potenziali scrittori, facendo scaturire nella popolazione un’irrefrenabile tendenza alla grafomania.
E se tutti scrivono, nessuno legge. O no?
mercoledì 30 Ottobre 2024
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