Oggi avevo voglia di parlare della mia storia da immigrata, cioè di una piccola bambina di appena cinque anni che parte con la propria mamma e il suo fratello maggiore alla ricerca di un paese prosperoso dove ci sia la possibilità di trovare un lavoro e costruirsi un nuovo futuro.
La mia storia inizia con la mia nascita in un piccolo paesino della Repubblica Ceca che si chiama Novy Jicin. Qui si trovava tutta la mia famiglia e tutti i nostri amici e conoscenti; soprattutto, qui mio fratello ha vissuto gran parte della sua infanzia.
In quel periodo, purtroppo, la Repubblica Ceca era in crisi e le offerte di lavoro erano minime, specialmente a Novy jicin, quindi mia madre andava a lavorare in Germania o in Italia per guadagnare abbastanza soldi per poterci mantenere, a distanza, lasciandoci a vivere con la nonna.
Inizialmente questi periodi di assenza duravano al massimo due mesi, ma con il passare del tempo da due mesi si passava a quattro, finché mamma non trovò lavoro e una casa in Italia, dove poi ci trasferimmo lasciando la nostra famiglia, gli amici, ma soprattutto un pezzo importante della nostra cultura.
I miei primi anni in Italia sono stati molto destabilizzanti perché mi trovavo in un ambiente totalmente diverso da quello in cui avevo vissuto fino in quel momento, senza nonna, senza papà e senza le prime amicizie strette all’asilo. Dopo un primo periodo un po’ burrascoso, ho imparato la lingua italiana e soprattutto i modi e i costumi del posto. La mia più grande fortuna è stata l’essere capace di apprendere in fretta, grazie alla mia giovane età. Ora infatti la gente pensa che io sia italiana e si meraviglia molto quando parlo delle mie origini, e a volte non crede nemmeno alla mia storia.
Questo mi fa sempre molto riflettere su dove si trovi veramente casa mia, se in Italia o in Repubblica Ceca, e la maggior parte delle volte mi manda in confusione, suscitando in me rabbia e tristezza perché non è piacevole non sapere a quale paese si appartiene.
Forse la risposta più logica è l’Italia, perché è qui che ho vissuto gran parte delle mie esperienze, dove ho legato con persone nuove, le quali ormai fanno parte della mia vita; ma è anche vero che la Repubblica Ceca è il paese dove sono nata, cioè il mio paese di origine dove sono presenti ancora gran parte dei miei parenti e soprattutto papà.
Quindi se ora qualcuno mi dovesse chiedere se mi sento più italiana o più ceca, risponderei che il mio cuore è diviso a metà, perché tutti e due i posti mi hanno regalato momenti felici e memorabili, che sono difficili da abbandonare in un angolo buio, perché sarebbe come tradire una parte di me e non è giusto: perché quello che ho imparato in entrambi paesi è che nella vita bisogna essere coerenti con se stessi.
Però penso anche che il cuore diviso a metà mi abbia permesso di diventare la persona che sono oggi e sinceramente non mi cambierei con nessun altro al mondo. Per questo motivo, concluderei dicendo che il mio cuore in realtà non è diviso a metà, si è moltiplicato.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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