Lucio Dalla (R.I.P.) cantava Attenti al lupo. Tra le dolci note descriveva con affetto «una casetta piccola così, con tante finestrelle colorate». Magari è stato il cantautore bolognese ad ispirare l’iniziativa Little Free Library: all’interno di case in miniatura non c’è una donnina con occhi grandi, ma si possono trovare tanti libri pronti all’uso. Il progetto, nato in Wisconsin nel 2010 con forma giuridica no-profit, si basa sul principio dello scambio di testi tra sconosciuti. È possibile lasciare e prendere libri di tutti i tipi e senza alcun limite. Lo scopo principale è quello di mettere in circolo a costo zero conoscenza e cultura.
Ambizioso? Sicuramente molto efficace: dal 2010 a oggi sono stati stimati circa 8.250.000 scambi e un movimento di 1.650.000 libri. Casette simili a quella descritta, ne esistono circa 5.000 e sono presenti in 36 paesi.
Nel mondo che vorrei, ci sarebbero free library in ogni quartiere e lo scambio sarebbe vissuto come un incontro. Intorno all’installazione verrebbero posti alberi e panchine, si potrebbe iniziare a leggere in comodità il tesoro trovato e far due chiacchiere con gli altri esploratori della cellulosa.
Nel mondo che vorrei, nel programmare un viaggio (dopo treni e ostelli) si verificherebbe dov’è la piccola house più vicina, per “gustare” un sapore locale e lasciare il proprio.
La domanda successiva è quasi di dovere: chi paga la costruzione della casetta?
La politica scelta è la collaborazione con le realtà locali, private e pubbliche. Il kit per la costruzione, le misure e le caratteristiche base dei piccoli edifici sono disponibili sul sito e il passo successivo è registrare la presenza sul portale web.
Nell’attesa del mondo che vorrei, vado a curiosare nella casetta della mia città e invito i miei conoscenti a questa “edificante” esperienza (se non altro per dare il buon esempio).
mercoledì 30 Ottobre 2024
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