Tre studi per una crocifissione, di e con Danio Manfredini
«Prende il titolo da un’opera pittorica di Francis Bacon lo spettacolo “Tre studi per una crocifissione” di Danio Manfredini. Tre dipinti accostati uno all’altro, dove il lacerante e grottesco tratto del pittore irlandese rappresenta tre figure che evocano la condizione drammatica di soggetti appartenenti al mondo contemporaneo.
Traendo spunto dall’opera del pittore maledetto, Manfredini porta in scena tre soggetti marginali accomunati dalla loro solitudine, dal loro stato di abbandono e di degrado, dal loro bisogno di affetto e di contatto con l’altro. […] I personaggi interpretati da Manfredini mostrano nell’evidenza del loro dolore, nell’impossibilità di nasconderne i segni, nella loro disperata euforia, le ferite nascoste dell’esistenza.»
E chi l’ha visto cosa dice? Lasciamo la parola ai nostri Trentatré spettatori:
Molti sono i modi per rivolgere preghiere alle «anime degli abbandonati (che non li prega nessuno)»: Danio Manfredini lo fa attraverso la propria voce e i propri piedi, concedendo il proprio corpo e il proprio movimento alla bidimensionale angoscia delle tavole di Francis Bacon.
Laura Tabarelli (33 Trentini in 33 parole)
Ho provato dello spiazzamento dinanzi alla maestria di Manfredini, non ero più uno spettatore a teatro ma stavo assistendo a frammenti di vita di tre persone disperatamente ai margini della società cui appartengo. Nella misura ho trovato la massima espressione della sua arte.
Enrico Miorelli (33 Trentini in 33 parole)
Alla fine dello spettacolo restano dentro la cadenza della camminata trascinata, la postura contratta assieme al tono indolente del paziente psichiatrico del primo quadro. Ma con te porti anche la tensione drammatica dei piccoli passi barcollanti, uno davanti all’altro, della trans suicida. Di certo, io mi sono persa nell’infinita corsa sotto la pioggia, nella luce spezzata, del terzo disperato in fuga.
Anna Bruschetti (33 Trentini in 33 parole)
mercoledì 30 Ottobre 2024
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mercoledì 30 Ottobre 2024