In una società che viaggia alla velocità della luce, l’accesso alla conoscenza e alle nozioni di base avviene quasi del tutto attraverso il web. Ognuno di noi ha la possibilità di accedere al mondo utilizzando smartphone, computer, console e videogiochi, che abbondano ormai in ogni casa. Circondati da queste tecnologie, alcuni individui sostituiscono la realtà della vita quotidiana con rapporti virtuali, in cui la comunicazione verbale e la socializzazione vengono rimpiazzate dalle nuove tecnologie, tanto da isolarsi completamente dalla società reale.
Negli anni Novanta del secolo scorso in Giappone nacque il termine hikikomori, contrazione lessicale che indica quegli individui che per una scelta dettata dalla crescente insicurezza quotidiana, scelgono di troncare qualsiasi rapporto fisico e umano col mondo esterno, concentrandosi quasi totalmente sull’uso di internet e delle sue estensioni. Tale fenomeno ha subito negli anni una crescente rilevanza, uscendo dai confini del “Sol levante” e arrivando al di fuori di quel ambito ristretto e culturale che è il Giappone.
Le cause principali di questa deriva sono attribuite ad una società irruenta che spaventa i giovani dal carattere più sensibile e fragile, supportati da famiglie altrettanto insicure dove spesso la figura paterna è assente. In certi casi questa tendenza ad isolarsi sfocia in una vera e propria patologia, tanto da rendere impossibili visite mediche o adempimenti burocratici se non attraverso uso di videochat. Il fenomeno è dilagante e nonostante non sia ancora ai livelli di una emergenza sociale coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. Ad oggi, data la relativa novità della comunicazione 2.0, sono coinvolti maggiormente giovani adolescenti fino alla fascia adulta.
I bisogni degli hikikomori nascondono un grave disagio sociale; la loro è una richiesta di attenzione che nonostante l’isolamento dal mondo reale sfocia in una ipercomunicatività. Blog, pagine web, presenza costante sui social network, sperimentazione di nuovi canali di comunicazione sono tutte attività fortemente utilizzate dagli hikikomori. Sostituiscono la moda del momento con le necessità che sono comunque quelle di tutti: sicurezza economica, lavoro, approvvigionamenti, istruzione, sesso, tutto trasportato dalla vita attuale a quella virtuale creando un paradosso in contrasto con le due realtà ormai totalmente disgiunte.
Generalmente sono loro stessi molto critici sulla loro condizione, vorrebbero uscire fuori da questa vera e propria dipendenza dal mondo virtuale. Spesso al culmine della loro parabola cadono in stati di profonda depressione, molti danno fine alle loro sofferenze (come del resto la società giapponese insegna da generazioni), molti riescono alla fine a ritornare ad una normalità che però non sarà mai del tutto appagante.
Io personalmente non ho contatti con persone affette da questa mania isolazionista, ritengo però comunque che si debba porre attenzione ad un fenomeno che può sembrare banale ma che è invece fortemente invalidante.
mercoledì 30 Ottobre 2024
Twitter:
mercoledì 30 Ottobre 2024