Il MuSe durante le 24 ore della sua inaugurazione, ha raccolto un entusiasmo unanime.
Tra le varie attrazioni spicca per importanza e bellezza la sezione nel piano interrato, corrispondente al primo livello della scala evolutiva e dedicato agli animali preistorici, con gli scheletri di rettili marini (tra cui Ophtalmosaurus e Nothosaurus), rettili volanti (Pteranodon) e naturalmente dinosauri ‒ tra i quali il Plateosaurus e Dilophosaurus, ritenuto il probabile responsabile delle impronte rinvenute ai Lavini di Marco presso Rovereto ‒.
È vero: non si tratta di fossili originali, ma di copie in gesso, i cosiddetti calchi, provenienti da Stati Uniti, Cina, Russia e altri Paesi. Una collezione che ha un valore di decine di migliaia di euro.
Purtroppo, a causa di questi calchi, qualcuno si è indignato! Evidentemente non tutti sanno che in Italia i fossili di dinosauri rinvenuti sono quasi inesistenti. Perfino nella collezione del Museo di Milano, che resta la più grande in Italia, gran parte degli scheletri sono dei calchi. C’è poco da storcere il naso, dunque, e non ci resta che apprezzare questo ingegnoso sistema, che permette di portare i dinosauri anche in zone più sfortunate dove non sono stati trovati fossili sufficienti. Così, anche questo nuovo Museo ci regala la possibilità di vedere più da vicino come sono i grandi rettili che abitavano la Terra milioni di anni fa: e non con le solite ricostruzioni computerizzate, tipiche dei documentari che ormai siamo abituati a vedere in Tv, ma con i ben più efficaci calchi di veri scheletri animali preistorici.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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