Nell’era dei gioielli fai-da-te, delle collane low cost, del “compro oro e argento” c’è ancora posto per una parure nel nostro portagioie?
Alcune persone conservano con cura gli ori di famiglia perché, oltre ad essere preziosi qualitativamente, spesso sono il simbolo di un ricordo, di una persona, di un legame; in altri casi si tratta solo di vanità. Ma mentre al JewelFest di Singapore viene messa in vendita la collana più cara al mondo (55 milioni di euro), l’Italia perde posizioni nella classifica del mercato mondiale dei preziosi che vede India e Stati Uniti ai primi posti.
Complici l’aumento dei prezzi delle materie prime e l’abbassamento del potere di acquisto, i diamanti sembrano non essere più i migliori amici delle ragazze – come invece cantava Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde.
Oggi i vecchi ori di famiglia si riciclano e l’ambiente ringrazia.
Una coppia di giovani promessi sposi canadesi per limitare l’inquinamento delle estrazioni minerarie ha voluto creare le proprie fedi con materiali preziosi che già avevano.
Non mancano poi coloro che abbandonano i metalli preziosi optando per i gioielli ecologici, fatti con materiali riciclati ─ bottiglie di plastica, tessuti, latta ─ o addirittura foglie.
Se non volete rinunciare ai gioielli fate un giro in cantina: a Londra in uno scantinato di Cheapside Street – ironia della sorte, cheap significa “a buon mercato” ─ hanno trovato 500 preziosi di epoca elisabettiana.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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