“Antenati” – Davide Prudentino
Ogni tanto mi domando chi eravate voi. Miei padri e madri. Miei onorevoli fantasmi. Cosa facevate in quelle serate estive di secoli antichi. Come passavate le vostre giornate quando non eravate consapevoli della vita. Mi hanno raccontato che c’era un mio vecchio antenato che era tornato un giorno a casa dal lavoro e aveva trovato la sua famiglia e la sua casa distrutte dalle bombe. Penso che l’eco della sua disperazione riecheggi ancora in me in quei momenti in cui penso al bene che voglio alla mia famiglia. Un altro invece se ne stava quieto nel suo negozio. Vendeva generi alimentari e l’unica cosa che diceva era quando finiva il tale articolo o la tale pietanza. Il resto del tempo lo passava in silenzio a leggere libri dietro la cassa, pacifico mentre la sua mente compiva viaggi infiniti. Penso che anche la sua pacatezza mi tocchi in certi momenti in cui quieto leggo in silenzio.
Ma come è stata quell’estate caro avo. Quell’estate in cui iniziava la guerra. Quei giorni in cui io ero ancora un punto nel cielo. Respiravi la stessa aria che respiro io? Disperato cercavi di tenerti in vita sul Carso. Un’ altra invece, dicevano, madre delle mie madri combatteva per le montagne del lago. Aiutava i partigiani che resistevano alla repubblica.Che nella mia famiglia siamo sempre stati cosi: tutti diversi. Uno a favore, uno contro ma pur sempre uniti.
Ci sono stai i miei nonni poi che si sono salvati per una voce. Che hanno sempre cercato di aiutare come potevano. E quanti ancora si domanderanno chi sono stato io. Un loro avo pacato e disperato che se ne stava la sera a leggere e fumare sperando in un giorno nuovo. In un sole diverso.
Ma non potrò mai saperlo. Da noi in famiglia si è cosi: diversi e con un po’ di paura per l’ignoto.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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