A Fazana in Croazia, proprio davanti alle Isole Brioni, c’è un piccolo lungomare in pietra bianca che si allunga dal paese alle zone turistiche. C’è un molo stretto, in pietra, che finisce con una bitta in metallo scuro e un sedile. Stando seduti qui, il mare freddo, verde e cristallino davanti, l’orizzonte blu ed il vento, non si pensa a niente.
È il classico posto perfetto, tutto alle spalle; la vista è riempita solo dallo spazio blu e brillante del mare. Eppure non riesco a non pensare alla villa chiusa e in rovina dietro di me. Mi giro, villa in stile veneziano, molto bella, un ingresso elegante, un giardino che un tempo doveva essere l’orgoglio dei proprietari. Il molo era chiaramente loro, alla bitta veniva legata una barca e dove sono seduta io chissà chi c’era. Avvicinandosi alla villa si vedono rampicanti e erbacce, vetri rotti, finestre che han perso gli infissi. I gradini salgono verso il portone massiccio, davanti al quale è caduto uno dei faretti e dell’intonaco. Resto con la testa poggiata al cancello in ferro battuto, solo quello deve valere una fortuna. Immagino cosa ci sia all’interno, chi erano gli inquilini, qual è la sua storia.
Di rientro dalle vacanze cerco ‘villa Fasana’ su Google. Apro i primi dieci siti che mi sembrano interessanti. Da uno apprendo che c’era una villa chiamata Oceana, ma che è stata distrutta negli anni Settanta. Non è la mia villa, ma continuo a leggere. Oceana è la villa di Antonio Smareglia noto compositore, che vi passava i mesi estivi. Non lo conosco, quindi cerco ‘Antonio Smareglia’ su Google.
Wikipedia mi dà un ritratto di un compositore vivace, istriano classe 1854, vicino alla Scapigliatura milanese e ad Arrigo Boito, che dopo qualche insuccesso presenta opere a Praga, New York, Vienna. Entra nel mondo degli immortali con Oceana, appunto, diretta da Toscanini, niente po’ po’ di meno che, alla Scala.
Il compositore in questo periodo lavora con tutti i grandi nomi che siamo abituati ad ascoltare e l’estate va a Fasana, nella sua villa.
Cerco in internet: ‘villa Oceana Smareglia’. La villa è rossa, bella, elegante, con un bel giardino. Viene distrutta negli anni ’70, come dicevo, e ne parla con grande rammarico un articolo di giornale trovato sul sito editfiume.com e aggiunge “resta la sua gemella, anche se non identica, villa San Lorenzo, con il suo molo…”. Eccola. È lei, la riconosco, del tutto simile all’immagine di una sbiadita cartolina, ultima testimonianza di Villa Oceana. Quindi la mia villa ha un nome. Non è lei che ospitava il compositore, ma è lui che immagino guardando il molo, quando ormai cieco, si sedeva sul sedile in marmo ad ascoltare il mare, nel luogo da cui prendevano ispirazione le sue musiche. Per me è lì, su quel molo, una figura di spalle, piegata un po’ in avanti sul bastone, una giacca scura, il volto rivolto al mare, dietro di lui la sua villa dove il figlio sistema la sua ultima opera, che gli detta passo passo quando rientra in casa.
mercoledì 30 Ottobre 2024
Twitter:
mercoledì 30 Ottobre 2024