Anna andava di fretta ma il cane era chiuso in casa dal mattino e prima di andare al corso
di filosofia doveva farlo uscire. Si precipitò in strada strattonandolo col guinzaglio.
Quando vide l’animale accucciarsi sulle zampe posteriori realizzò che aveva dimenticato le
buste di plastica per raccogliere le deiezioni.
“Pazienza! Per questa volta ci penserà la pioggia a ripulire il marciapiede, d’inverno piove
sempre.“– pensò affrettandosi a ritornare.
Pranzò con una busta d’insalata condita con olio e aceto aggiungendovi anche qualche
fetta di bresaola. Dopo gettò gli incartamenti nella spazzatura che quasi trasbordava dal
secchio.
“Uffa questa devo gettarla adesso se no puzza” – imprecò mentre chiudeva il sacco con lo
spago. Poi andò in bagno e si spazzolò i capelli ingrigiti.
“Non ho ancora raggiunto la settantina dopotutto!” – si disse – “Suvvia sabato dal
parrucchiere!”
Salì in macchina e si fermò davanti ai cassonetti. Quello dell’umido era stracolmo e cercò
di infilare il sacco in quello della carta. Tuttavia le fessure erano troppo strette e dovette
spingere con tutte le sue forze finché il sacco si squarciò vomitando il suo contenuto
all’interno.
Quando arrivò a via Nazionale cercò un posto per parcheggiare. Nonostante l’orario
favorevole non c’era un buco nemmeno a pagarlo oro e solo dopo tre giri dell’isolato gli si
palesò una possibilità. Scese e attraversò la strada voltandosi per dare un’ultima occhiata
alla sua vettura, accorgendosi solo allora delle strisce gialle, piuttosto scolorite in verità,
che indicavano un posto riservato agli invalidi.
“Ma che giornata storta è oggi?” – si lamentò – “Beh se non sono invalida poco ci manca!”
Nell’aula quattro dell’università popolare di Roma la lezione su John Locke era già iniziata e Anna si sedette sull’unica sedia rimasta libera nell’ultima fila.
L’improvviso rilassamento che la colse nel tepore della stanza la fece sprofondare nei suoi
pensieri disattendendo completamente la lezione.
«… e così nonostante la sua moderazione Locke giustifica la pena di morte anche per i furti di piccola entità» – Terminò il docente proprio mentre Anna riemergeva dal suo torpore.
«Lo sa professore che nei paesi musulmani ai ladri tagliano le mani?» – disse colta da una
improvvisa ispirazione.
Dagli altri partecipanti si levarono voci concordi.
«Ci vorrebbe qui in Italia dove nessuno rispetta le regole!»
«Siamo nel paese di Bengodi!»
«Oh sì, che Vergogna!»
Allora, esaltata dal consenso, stimò di rincarare la dose. «Che poi se uno è ladro anche i figli sono ladri, lo dice la genetica; risolviamo il problema prima che si manifesti no?»
Cogliendo sguardi dubbiosi si affrettò a precisare: «Lo so per certo, l’hanno detto alla televisione! L’ho sentito con le mie orecchie.»
Il professore la fissò con attenzione.
«Forse lei ha confuso la genetica con l’epigenetica ed è saltata all’eugenetica» – disse.
Anna sbatté le palpebre. Improvvisamente la luce le sembrava intollerabile.
mercoledì 30 Ottobre 2024
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