Movimento naturale, spazio necessario facile da individuare, corpo e cervello ristorati in fretta.
Dal mese di maggio vari tipi di podisti invadono le strade (urbane e non). Piedini veloci si aggirano speranzosi, si presentano al mondo in primavera, come le primule, come le rondini,
Sembra l’attività ideale per poltroni e stressati. «Sembra talco ma non è, serve a darti l’allegria» cantava la piccola Pollon e vale lo stesso per il sudore pre-talco.
Non tutto è però così semplice. Servono, infatti, piccoli e preziosi accorgimenti per far bene nel farsi bene.
L’autorevole Gazzetta dello Sport (dal colore sempre molto di moda) suggerisce di non sottovalutare quattro aspetti: sovraccarico muscolare, tipo di scarpe, riscaldamento e tecnica di movimento.
Entusiasmo sì, ma con realismo. L’allenamento deve essere adeguato alla preparazione atletica, quindi inizialmente è ottimale fare molte pause e aumentare settimanalmente i minuti di corsa. Insomma: alto là ad acido lattico e dolori articolari!
L’uso di scarpe da corsa specifiche è fortemente consigliato, e sono considerate l’unica spesa necessaria da fare.
Il riscaldamento muscolare non deve essere considerato un preliminare accessorio dell’allenamento: serve per aumentare di qualche grado la temperatura corporea e far circolare ossigeno. A fine allenamento, arriva anche il momento stretching: ogni posa non deve superare i 10 secondi e gli scatti dinamici sono vietati.
Tecnica di movimento sì, ma senza fretta. Un inizio naturale, seguendo i suggerimenti che da il nostro corpo, va benissimo.
Tuttavia, successivamente sarà necessario correggere gli errori più comuni: la corsa sulle punte o sui talloni e la corsa saltata (a piccoli balzi). Anche la parte superiore del corpo deve essere controllata: influiscono negativamente spalle rigide (che non seguono il movimento) e mani chiuse a pugno (dovrebbero essere rilassate e libere).
E quando la corsa diventerà maratona e la maratona diventerà una raccolta fondi, il sudore puzzerà meno (a parer mio).
Si ha più sprint se lo si fa per una buona causa. L’ideale è correre (in staffetta o meno) chiedendo ad amici e conoscenti di donare per poter sostenere la quota di partecipazione e raccogliere somme da devolvere all’organizzazione.
Questa è un tipo di raccolta fondi molto diffusa all’estero, che si sta diffondendo velocemente (parlando di jogging, mi par il minimo) anche in Italia.
Piccoli consigli e grandi risultati (anche sociali). Piccole soddisfazioni personali e una grande verità: a fine giornata sempre meglio 10 minuti di corsa che 10 gocce di valeriana.
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