Quella roulette russa chiamata Parigi-Roubaix

Si è da poco conclusa l’edizione della Parigi-Roubaix più veloce di sempre. Ganna dà speranza, Van Aert attacca ma vince van der Poel (non senza polemiche). Ecco com’è andata

 

Ormai sembra quasi scontato: quando leggi i nomi di Tadej Pogačar, Mathieu van der Poel e Wout Van Aert tra i partecipanti a una gara, sai già che a vincerla sarà uno di quei tre. È un po’ come andare al cinema sapendo già come finirà il film. La cosa inizialmente – non lo nascondo – mi infastidiva abbastanza. O quantomeno mi annoiava. Ultimamente, invece, ho provato a cambiare prospettiva e a godermi le prestazioni del tutto fuori dalla norma di questi alieni scesi in terra per dare spettacolo. Quindi mi sento di correggere la metafora di prima: è come andare al cinema sapendo già che il film è un capolavoro.

La Parigi-Roubaix 2023 è stata un capolavoro di tensione, di adrenalina e di competizione, la più veloce (cioè con la velocità media più alta) di sempre. Ne ha risentito Filippo Ganna, il grande cronoman che da un paio d’anni ha impostato il proprio allenamento in maniera tale da poter puntare anche alle classiche. Alla Milano-Sanremo dello scorso marzo è riuscito a strappare un fenomenale secondo posto, dimostrando di essere pronto per vincerla. La Sanremo è però una corsa che, nonostante la lunghezza (290 km), richiede uno sforzo diverso, concentrato in pochi e brevi tratti (la Cipressa e il Poggio, soprattutto). Al contrario, la Roubaix è massacrante dall’inizio alla fine – o quasi. I ventotto tratti in pavé sono una roulette russa e anche sull’asfalto, tra un settore e l’altro, si deve andare a tutta per non restare indietro. Ganna ha bisogno di migliorare il fondo per avere più resistenza, ma l’età è dalla sua parte e il sesto posto appena conquistato è un ottimo segno premonitore. Allez, Pippo.

Qualche precisazione va fatta anche per quanto riguarda Van Aert, arrivato terzo. Mi rivolgo soprattutto a chi non ha esitato un secondo prima di definirlo “il grande sconfitto di questa Roubaix”. Anzitutto, credo sia importante ricordare che Wout partiva in condizioni fisiche non esattamente ottimali: la caduta al Giro delle Fiandre la settimana precedente lo ha lasciato dolorante alle costole e al ginocchio. Un calciatore avrebbe saltato almeno una o due giornate senza pensarci sopra. Il belga invece, incerottato, si fa trovare al via della Parigi-Roubaix (non esattamente una passeggiata di salute). Il suo coraggio non viene però ripagato, perché resta senza compagni di squadra e fora proprio all’uscita da Carrefour de l’Arbre, nel momento chiave, a meno di venti chilometri dal traguardo.

Ne approfitta chiaramente il suo eterno rivale, vedepé, che con una delle sue rasoiate va a vincere la corsa. Meritatamente, benché uno scontro diretto con Van Aert avrebbe giovato alla spettacolarità di una competizione già di per sé spettacolare. Un po’ meno meritato invece il secondo posto di Jasper Philipsen, compagno di squadra di Mathieu: tagliare la strada in quel modo e causare la caduta di John Degenkolb – un corridore che non avrebbe vinto, ma che aveva fino a quel momento corso in maniera impeccabile – vale come minimo una squalifica.

Appuntamento dunque al prossimo giro di roulette. Si salvi chi può.

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martedì 3 Dicembre 2024