Quanto guadagna una giocatrice di basket negli States?
Poche notti fa Caitlin Clark, la prima scelta al Draft (cioè il processo attraverso cui le squadre selezionano i migliori prospetti provenienti dal college), è diventata una giocatrice delle Indiana Fever e dalla prossima stagione giocherà in WNBA. Il suo nome era già ben noto agli addetti ai lavori e non solo, tanto che il suo approdo nel professionismo era stato avvicinato a quello di LeBron James o più recentemente di Victor Wembanyama per l’impatto mediatico e il senso di attesa che aveva saputo generare. Non c’è dubbio, infatti, che Clark sia riuscita ad attirare parecchia attenzione su di sé nel corso dell’anno, grazie ad alcune prestazioni davvero fuori dal normale e frantumando record su record per la pallacanestro femminile.
Perché scrivere di Caitlin Clark? Per il gusto di snocciolare alcuni numeri e porre di conseguenza l’accento su una questione controversa e molto discussa in diversi settori lavorativi: il gender pay gap. Nel suo anno da rookie Clark guadagnerà 76.535 dollari di stipendio. È una cifra stabilita a priori (come se la WNBA sottostesse a una sorta di CCNL), non negoziabile se non per una minima percentuale. Questa non-negoziabilità non riguarda solo il basket femminile: anche per i colleghi un accordo collettivo ha stabilito una cifra dalla quale le franchigie non si possono discostare più di tanto nel momento in cui stipulano un contratto con un rookie. Il problema riguarda proprio la cifra in sé. L’ultima scelta del primo giro del draft maschile della stagione 2023/24 ha guadagnato nel corso dell’anno ben 2.011.100 dollari, cioè circa 26 volte quanto guadagnerà Caitlin Clark, prima scelta del draft femminile. Il fortunato è tale Kobe Brown, che dopo aver totalizzato circa 2 punti di media a partita è stato parcheggiato in una sorta di campionato primavera della NBA.
Ora, non possiamo prevedere come sarà la carriera professionistica di Caitlin Clark ma, se tre indizi fanno una prova, allora sulla luminosità del futuro della giocatrice ci sono pochi dubbi. Del resto un motivo ci sarà, se la finale del campionato di college femminile a marzo è stata più vista di quella maschile, e la gara al tiro da 3 punti tra Steph Curry e Sabrina Ionescu (professionista della WNBA) è stata la più apprezzata dell’intero All-Star Game Weekend. Eppure il divario per quanto riguarda le retribuzioni rimane enorme. Questo non dipende né dalle giocatrici né dai giocatori, ma dal sistema. Clark e altre giocatrici stanno facendo sì che il basket femminile abbia riflettori sempre più importanti, e questo contribuirà certamente all’aumento della cifra garantita alle rookie nei prossimi anni. Fa comunque riflettere che la prima scelta al draft femminile, per quanto celebre e apprezzata possa essere, percepisca uno stipendio che non è nemmeno paragonabile a quello guadagnato dall’ultima scelta al draft maschile, per quanto poco celebre e apprezzato possa essere.
Sport
Twitter:
giovedì 30 Gennaio 2025