Giro di boa per l’NBA: sorprese e tradimenti

Da che mondo è mondo, il weekend dell’All-Star Game per l’NBA è inutile: parate di star vecchie e nuove e tentativi falliti di dare spettacolo. Nella noia che generano i quasi dieci giorni di sospensione a cui la regular season va incontro per far spazio all’All-Star Game, cerchiamo di vedere come se la stanno cavando le varie squadre, arrivate a tre quarti di stagione e un paio di mesi dai Playoff.

Non darò spazio a chi ha confermato l’ottima stagione che già stava dimostrando di vivere un paio di mesi fa: Phoenix Suns e Golden State Warriors a Ovest sono sempre più convincenti (specie i primi) e si giocheranno verosimilmente l’accesso alle Finals. La sorpresa sono i Memphis Grizzlies, terzi e guidati da uno scatenato Ja Morant. Hanno perso solo cinque delle ultime venticinque partite, facendo anche illustri scalpi. Sono giovani e atletici (si vedano le prodezze di Morant, che esulano da qualsivoglia legge fisica) e potrebbero sorprendere anche durante i Playoff.

Spostiamoci dall’altra parte, a Est, dove sono avvenuti veri e propri fuochi d’artificio negli ultimi due mesi. Partiamo dalla fine (letteralmente): i Brooklyn Nets, primi un paio di mesi fa, sono precipitati – dopo aver vinto appena tre delle ultime quindici partite – nel baratro dei Play-In (un mini-torneo a quattro squadre che permette a due di esse di essere ripescate per i Playoff). Le tre stelle della squadra non se la passano benissimo: Kevin Durant si è infortunato e starà fuori per un po’, Kyrie Irving non può (almeno per ora) giocare le gare casalinghe perché non vaccinato e James Harden è stato ceduto ai Philadelphia 76ers. La loro ripresa passa attraverso il rientro di Durant, che però potrebbe arrivare troppo tardi.

Ma passiamo alle note liete, e a Est c’è davvero l’imbarazzo della scelta: Miami Heat, Chicago Bulls, Philadelphia 76ers e Cleveland Cavaliers, nell’ordine le squadre che occupano i primi quattro posti in classifica. Chi l’avrebbe detto due mesi fa? I primi due posti erano più facilmente pronosticabili (Miami è una squadra solida, Chicago diverte e ha trovato un DeRozan spaziale), ma gli altri erano impensabili. Philadelphia è stata trascinata da un Joel Embiid in modalità MVP: 34 punti di media a gennaio, una padronanza del corpo imbarazzante e un livello del proprio gioco salito incredibilmente nel giro di poche settimane. L’altra sorpresa è Cleveland: è una squadra giovane, ma piena di talenti, che dopo alcuni mesi di rodaggio sembra aver trovato una certa quadratura. Ha perso appena dieci delle ultime venticinque partite e, per una squadra che l’anno scorso aveva vinto appena 22 partite su 72, è un risultato straordinario.

Postilla Lakers (debolezza mia: non so resistere a LeBron). Male, male, male. Cioè, LeBron continua bene, bene, bene, ma è da solo. La squadra è ai Play-In, ma come scrivevamo a fine novembre rischiano di uscirne con le ossa rotte.

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martedì 7 Gennaio 2025