Il Trento non sorride al ‘Briamasco’, l’Albinoleffe passa 2-1

Credits Carmelo Ossanna – A.C. Trento 1921

Ci risiamo! Il Trento incappa in un’altra prestazione deludente e viene sconfitto tra le mura amiche del ‘Briamasco’ da una buona, ma apparentemente non irresistibile, Albinoleffe che ha avuto il coraggio e la bravura di colpire gli aquilotti nelle poche occasioni che la partita ha concesso. Di Borghini e Muzio le reti orobiche, a cui ha provato a rispondere Petrovic nel finale cercando una reazione che, purtroppo per mister Bruno Tedino e i suoi, non ha portato i risultati sperati. Troppo poco Trento, in buona sostanza, che non ha quasi mai trovato il modo di concludere a rete in maniera pericolosa, regalando di fatto i primi quarantacinque minuti agli ospiti che ne hanno approfittato per passare in vantaggio. Un discorso che ritorna a distanza di qualche partita da quella trasferta disastrosa in terra veronese dove la Virtus Verona mise in ghiaccio la partita nei primi quarantacinque minuti. A dirla proprio tutta, sembra un fatto che capita con una certa cadenza e viene alternata, invece, ad altri momenti di grande positività e risultati favorevoli che sembrano, per qualche attimo, lanciare il Trento tra le grandi del girone e che, invece, finisce poi per ridimensionarsi in maniera anche abbastanza traumatica. È stato così anche con l’Albinoleffe, non certo una squadra che lotta per le zone alte della classifica, ma che ha comunque messo in difficoltà un Trento apparso demotivato e senza spirito agonistico per gran parte del match.

Il problema, presumibilmente non è di natura tecnica, quantomeno non quello visto contro Padova, Virtus Verona e proprio contro i seriani, con un Trento che si è presentato con il collaudato 4-3-3 seppur con qualche differenza rispetto alla sfida vittoriosa di Mantova: dovendo ovviare agli assenti squalificati Frosinini e Sangalli, davanti al solito Russo, a completare la linea difensiva con Garcia Tena, Ferri e Vaglica si è rivisto Galazzini che mancava nell’undici titolare dalla trasferta di Verona dello scorso anno, mentre in cabina di regia è stato inizialmente proposto Suciu, con Di Cosmo e Attys a supporto. Nel tridente offensivo, invece, spazio dal primo minuto per Pasquato assieme a Petrovic e Terrani, con Anastasia che si è accomodato in panchina. Dall’altra parte, mister Giovanni Lopez ha proposto un 3-5-2 con tante assenze e con la coppia offensiva formata dai giovanissimi Zoma e Musio, entrambi classe 2003. Sono gli ospiti a mostrarsi più propositivi e con il pallino del gioco in mano, come se dagli spogliatoi, ancora una volta, fosse uscita una sola squadra: le occasioni tardano ad arrivare, ma quando capitano l’Albinoleffe è cinica e pronta a passare in vantaggio con capitan Borghini, il quale sfrutta una dormita della difesa trentina e di testa batte Russo. La rete potrebbe svegliare il Trento che, invece, non trova la pronta reazione andando all’intervallo sotto di un gol. Al rientro dagli spogliatoi, il copione cambia veramente di poco, con un Trento che quantomeno ha la volontà di lottare con un pelo più di determinazione, ma la seconda doccia fredda arriva subito con il raddoppio firmato da Muzio il quale sfrutta una mischia in area e batte a rete trovando la deviazione di Ferri che spiazza Russo. È un colpo che pesa sull’economia del match, con i padroni di casa che riescono a trovare una bella azione, con il primo tiro in porta della loro partita, alla mezzora quando Petrovic accorcia le distanze battendo Marietta con una girata di sinistro. Nell’ultimo quarto d’ora, il possibile arrembaggio aquilotto si arena contro la mancanza di idee e di qualità che non fa pervenire altri pericoli in area bergamasca.

Nel complesso è una sconfitta che appare meritata e che fa rivivere brutti ricordi ai trentini, incapaci di mostrarsi solitamente compatti dopo un periodo in cui sono arrivati risultati ben più che positivi. Se dopo Mantova si pensava di aver superato un ipotetico esame di maturità, è bastato affrontare un’abbordabilissima Albinoleffe per riportare il Trento con i piedi per terra. Ora, per tutti, la parola d’ordine è lavorare affinché certe prestazioni non si rivedano più con l’obiettivo di ripartire, ancora una volta, dopo un passo falso inaspettato, quantomeno per come è arrivato.

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venerdì 18 Ottobre 2024