Giro di Lombardia, la pagella dei big
Il 117° Giro di Lombardia è entrato nella storia del ciclismo. O meglio, il suo vincitore è entrato nella storia del ciclismo: Tadej Pogačar ha conquistato la Classica delle foglie morte per il terzo anno consecutivo. Solo due atleti prima di lui ci erano riusciti: Alfredo Binda (1925-1927) e Fausto Coppi (che ne vinse addirittura 4, dal 1946 al 1949). Con il triplo trionfo ora lo sloveno insegue il record assoluto proprio di Coppi, plurivincitore con cinque vittorie in totale. Il suo voto in pagella è indubbiamente il più scontato.
Tadej Pogačar. È riuscito a staccare tutti anche con i crampi. L’ennesimo capolavoro di “Pogi” chiude una stagione in cui ha conquistato anche Giro delle Fiandre, Amstel e Freccia Vallone. Per raggiungere Van Looy, Merckx e De Vlaeminck (cinque Monumenti) gli mancano solo Sanremo e Roubaix. Voto 10 e lode.
Andrea Bagioli. Terzo alla Coppa Agostoni, primo al Gran Piemonte e secondo al Lombardia, dietro a un mostro sacro come Tadej e davanti al grande Roglič: il ventiquattrenne è la sorpresa del Lombardia (e non solo). Chissà che non possa diventare l’uomo da classiche che l’Italia sta cercando. Voto 9.
Aleksandr Vlasov. Si conferma un ottimo scalatore: è lui a rientrare su Pogačar sul Passo Ganda e a dare una scossa all’azione. Già terzo nel 2020, arriva quarto solo perché non ha lo spunto abbastanza veloce. Voto 8.
Adam Yates. Gran corridore. Nel 2023 Yates ha dimostrato di essere il gregario ideale, dal successo al Tour (prima maglia gialla) fino alle mosse da perfetto braccio destro del capitano: a questo Lombardia, per esempio, quando si è messo in testa a fare il ritmo sul Ganda il gruppo è esploso. Manna per Pogačar e per la sua UAE. Voto 8.
Primož Roglič. Non riesce a reggere il ritmo del connazionale sloveno né in salita, né in discesa né in pianura. Infatti sarà “Rogla” stesso ad ammettere di non aver avuto abbastanza gambe per poter affrontare al meglio la corsa. Era tra i favoriti per la vittoria, ma porta comunque a casa un ottimo terzo posto sul podio. Voto 7.
Carlos Rodríguez. È il più giovane tra i primi dieci, con i suoi ventidue anni. All’ultimo Tour è stato il secondo miglior giovane dietro proprio a Pogačar. Chiude il Lombardia in settima posizione. Le premesse fanno ben sperare. Voto 7.
Simon Yates. È sempre una gioia vederlo insieme al gemello Adam in testa al peloton. Questo è il suo primo piazzamento nella top ten di una Classica Monumento, ottenuto grazie alla sua lungimirante, tatticamente impeccabile onnipresenza nei momenti caldi della corsa. Voto 7.
Remco Evenepoel. Non una prova indimenticabile per il “campioncino belga” del Wolfpack, ma va detto che la sfortuna – al Lombardia in particolare, se ripensiamo alla brutta caduta del 2020, ma anche alle ultime corse in generale – gli ha messo il bastone tra le ruote. Bendato e sanguinante, ha comunque portato a termine la corsa chiudendo nono. Voto 6,5.
Ben Healy. Una bella sorpresa il suo attacco da lontano. Peccato che poi si sia spento: con quelle gambe, poteva giocarsela meglio. Voto 5,5.
Richard Carapaz. Uno scalatore – peraltro oro olimpico – che non ha le gambe per stare dietro a Pogačar sul Ganda? Missione fallita. Voto 5.
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martedì 3 Dicembre 2024