FDS 2024 – Tadej Pogačar, il re del mondo

L’anno di Tadej Pogačar è stato irripetibile e probabilmente unico nella storia del ciclismo di tutti i tempi. Infilare, nell’ordine, Liegi-Bastogne-Liegi, Giro d’Italia, Tour de France, Mondiale e Giro di Lombardia è un’impresa che fa tremare i polsi. Ha vinto tutte le gare che ha corso, tranne due (in una è arrivato settimo, nell’altra terzo). Ha dominato in lungo e in largo con una superiorità schiacciante. È vero: l’infortunio di Jonas Vingegaard ha tolto di mezzo un importante rivale al Tour de France. Ma il valore della stagione di Pogačar rimane altissimo.

Ecco perché l’Auditorium Santa Chiara vibrava pieno di tensione nell’attesa che il fenomeno sloveno salisse sul palco. Un silenzio quasi surreale ha scandito i minuti e, quando Pogačar è finalmente comparso, il pubblico presente ha fatto sentire il proprio calore. Perché, fosse anche il killer del ciclismo contemporaneo (com’è stato soprannominato dopo il suo trionfo al Lombardia), rimane comunque il beniamino di moltissimi appassionati e certamente il volto del ciclismo di oggi. Un ciclismo nuovo, che vuole invertire la rotta per segnare un solco rispetto ai trascorsi cupi in cui questo sport ha perso molto in termini di credibilità. Pogačar rappresenta il nuovo volto pulito del ciclismo, capace di restituire alla bicicletta tutto il suo passato fatto anche di imprese epiche.

Passato al quale comunque Pogačar non piace essere accostato. Lo ha detto esplicitamente diverse volte, non ultima durante l’incontro al Festival dello Sport: «Non mi piace fare un confronto con i ciclisti del passato, anche perché conosco poco la loro storia non essendo nemmeno nato quando gareggiavano. Seguo solo la mia strada, vivendo il momento. Non ho mai avuto un idolo. Quando ho iniziato a guardare il ciclismo c’erano Schleck e Contador».

Se non ama guardare al passato, per quanto riguarda il futuro il discorso è sicuramente diverso. Tadej Pogačar ha già la testa al 2025 e nella sua mente c’è soprattutto una corsa, che finora gli è sempre sfuggita: la Milano-Sanremo. La Classica di primavera è tradizionalmente terreno di caccia dei velocisti, ma ci sono state delle edizioni in cui un uomo meno adatto alla volata è riuscito a sorprendere il gruppo, come ha fatto Vincenzo Nibali nel 2018. Dopo essere arrivato rispettivamente quinto, quarto e terzo negli ultimi tre anni, lo sloveno promette fuochi d’artificio: «Dovrò inventarmi qualcosa di diverso, perché c’è sempre qualcuno più veloce di me». E se c’è qualcuno in grado di inventarsi qualcosa di diverso, quel qualcuno risponde sicuramente al nome di Tadej Pogačar.

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mercoledì 16 Ottobre 2024