FDS 2024 – il maestro Gian Piero Gasperini: “Nello sport l’unico fallimento è abbandonare”
Gian Piero Gasperini ha ripercorso durante la serata al Teatro Sociale di Trento i nove anni di lavoro che hanno permesso alla Dea di arrivare ‘in paradiso’, con quella finale di Europea League dello scorso maggio stravinta contro il Bayer Leverkusen per 3-0. “Ci siamo resi conto dopo che è stata un’impresa importante, fuori dall’Italia. Eravamo fiduciosi, ero convinto che avremmo messo in difficoltà il Bayer. Venivamo dalla sconfitta in Coppa Italia con la Juve ma questa è stata una molla motivazionale”.
La vittoria rimarrà nella storia, soprattutto per il modo in cui è arrivata. A tal proposito il mister ha voluto ribadire che “non ho mai pensato che vincere fosse solo alzare una coppa, altrimenti vincerebbero solo in pochissimi. Vincere è provare a fare qualcosa di più, raggiungere dei risultati che nascono dall’impegno. Questa è la vera essenza della vittoria. Nello sport l’unico fallimento è abbandonare. Con l’Atalanta non abbiamo sempre vinto, ma gli errori sono qualcosa da cui ripartire per migliorarsi e andare avanti. Non ha senso parlare di vincitori e perdenti; quando non si vince, si impara.”
La sua incredibile avventura è iniziata nel 2016, con quattro sconfitte nelle prime cinque giornate di campionato e il rischio esonero che bussava alla sua porta. Oggi è invece tra i principali candidati alla vittoria del premio di miglior tecnico dell’anno. “Quando sono arrivato a Bergamo ero un po’ bruciato per le grandi piazze e cercavo una società con un forte settore giovanile che mi consentisse di raggiungere risultati importanti con una progettualità che in Italia non c’era. Questo creando una mentalità diversa, superando l’approccio difensivo. La società mi ha lasciato fare e sono arrivati i risultati. Ho avuto tante ‘Atalante’. Nella prima c’erano molti giovani italiani con una grande, immediata energia; in altre eravamo come un diesel perché partivamo piano ma poi eravamo molto efficienti”.
Il Gasp ha successivamente risposto alla domanda inevitabile sul Papu Gomez, tra i calciatori più iconici della Dea e con il quale ha sempre avuto un rapporto di amore e odio: “È stato per noi un faro, un giocatore davvero straordinario e di un altro livello. Il problema degli atleti è che faticano a rendersi conto del tempo che passa. Abbiamo avuto i nostri problemi, lo sport è impietoso. Ci siamo riconciliati e questo mi fa molto piacere perché lui mi ha dato tantissimo e rimarrà nella storia dell’Atalanta”.
Oggi l’Atalanta è un modello, un punto di riferimento. La famiglia Percassi ha messo in luce tutta la propria competenza dimostrando al mondo intero che, quando si ha un’idea, una visione, qualsiasi ostacolo può essere superato.
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giovedì 21 Novembre 2024