FDS 2023 – Datome, Mancinelli, Moss: terzo tempo

Gigi Datome, Stefano Mancinelli e David Moss hanno diverse cose in comune: tutti e tre hanno segnato in modi diversi un’epoca della pallacanestro italiana; inoltre, tutti e tre si sono ritirati dalla pallacanestro giocata e devono fare i conti con l’inizio di una vera e propria nuova vita. Gigi Datome è rimasto “a casa”, nello staff dirigenziale dell’Olimpia Milano, la squadra con cui ha giocato (e ha vinto) negli ultimi anni. Mancinelli si sta godendo la famiglia, in attesa di aprire un centro sportivo. Moss è diventato aiuto-allenatore a Brescia, squadra in cui ha militato dal 2016 fino al ritiro. Tre ruoli diversi, un’unica grande passione per il basket.

L’incontro, moderato da Antonino Morici, spinge molto sul senso della sfida. Quali sono state le sfide maggiori che hanno affrontato mentre erano giocatori e quali quelle che devono affrontare adesso. Moss prende la parola e ammette che passare dal ruolo di giocatore a quello di allenatore ha richiesto uno sforzo importante: «La sfida è stata quella di trovare una connessione diversa con i giocatori». Del resto, un anno fa Moss vinceva la Coppa Italia e ora si trova a dover allenare quelli che fino a poco fa erano compagni di squadra: un ruolo e una responsabilità ben diversi.

Si parla anche di Eurolega, una specie di Champions League per le squadre di pallacanestro di tutta Europa. La grande differenza la fanno l’intensità del gioco e il tifo, che è molto più caldo e vibrante rispetto a quello in Italia. «È un’altra competizione rispetto al campionato» ammettono. «Le migliori squadre di Eurolega possono competere con le migliori squadre NBA». Sono due i team italiani che partecipano all’Eurolega, l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna. Quando Morici chiede qual è il giocatore che più ha impressionato nelle prime giornate della competizione europea, Mancinelli risponde sicuro: «Belinelli. Belinelli è incredibile. Sembra ringiovanito di 20 anni, sembra tornato a com’era nel 2005». Ricordiamo che Marco Belinelli compirà 38 anni alla fine di marzo del prossimo anno.

Quali sono gli interventi da programmare, allora, per contribuire a far crescere la pallacanestro italiana e il livello del nostro campionato? La risposta non è semplice. È necessario un lavoro dentro il campo, da parte degli allenatori e della dirigenza perché lancino i giovani e permettano un continuo ricambio generazionale (che finisce per giovare anche alla Nazionale). Ma è necessario anche un intervento che venga da fuori, dalle amministrazioni locali e dai tifosi. Servono palazzetti migliori, che possano contenere un maggior numero di tifosi. È necessario, insomma, permettere al pubblico di innamorarsi nuovamente della pallacanestro italiana. Un po’ com’è successo quest’estate, quando il viaggio mondiale della Nazionale di Gianmarco Pozzecco è stato in grado di catalizzare l’interesse di pubblico e media su questo meraviglioso sport.

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domenica 8 Settembre 2024