Cuore, gambe e testa: ecco la ricetta del Trento per battere il Mantova capolista
Credits Carmelo Ossanna e Michael Giacca – A.C. Trento 1921
Il Trento espugna il ‘Martelli’ di Mantova e sconfigge la capolista tra le propria mura amiche che in campionato non avevano osservato ancora battute d’arresto. È un successo maturato grazie ad una prestazione coriacea e di grande abnegazione di tutto il collettivo, con mister Bruno Tedino in grado di preparare una partita pressochè perfetta dal punto di vista tattico, limitando di molto il palleggio dei biancorossi e costringendoli ad una costruzione per loro anomala. È un risultato che al novantesimo non può che rendere felici e che alla vigilia sembrava quantomeno lontano dal realizzarsi: questo non tanto per la squadra di Bruno Tedino, sempre molto ordinata in fase difensiva, quanto per il gioco sin qui espresso dagli uomini di Davide Possanzini che in stagione hanno mostrato una superiorità imbarazzante nei confronti di quasi tutte le altre concorrenti. Invece il Trento torna a casa con tre punti pesantissimi che danno una grande consapevolezza per il futuro e lanciano gli aquilotti verso le prossime sfide con una fonte di fiducia ancora maggiore.
Fin da subito si è trattato di un primo tempo di grande studio, con il Mantova padrone del gioco e del palleggio, seppur in maniera sterile per la maggior parte del tempo, e con un Trento che si è presentato al ‘Martelli’ con un 4-3-3, al netto del modulo offensivo, molto attendista ed accorto. Grande attenzione e determinazione, queste le armi con cui Bruno Tedino ha provato a mettere in difficoltà i padroni di casa, puntando sulle ripartenze fulminee di Attys e Anastasia per creare grattacapi alla difesa mantovana. Gli esterni, però, non sono riusciti ad essere così incisivi e sono finiti per essere più determinanti in fase difensiva che altro. Il Mantova, di per sé, ha faticato a trovare la via della porta e si è dovuto affidare per lo più ai tiri da fuori, come quello di Bani nel finale di tempo, eccezion fatta per l’unica vera grande occasione di marca biancorossa ad opera di Fiori, il quale ha sfruttato la leggerezza difensiva di Attys ed ha messo i brividi a Russo, calciando di poco a lato una ghiottissima opportunità.
Le cose migliori si sono viste poi, con il passare dei minuti, nella ripresa dove i gialloblù hanno mantenuto la loro idea difensivista, mentre i biancorossi hanno aumentato ancor di più l’approccio offensivo al match: ci è voluto un grandissimo Russo per tenere a galla le ambizioni del Trento e non farlo capicollare sotto i colpi a ripetizioni di Bani, Burrai e Trimboli, con quest’ultimo che si è visto deviare un pallone calciato a botta sicura. Quando non segni, però, la dura legge del gol è pronta a punirti e, così come cantava Max Pezzali con i suoi 883, è stato: l’errore di Bani nella propria area di rigore permette ad un arrembante Di Cosmo di servire Petrovic, il quale non può proprio sbagliare da due passi. È l’apoteosi del cinismo in piena regola, un tiro ed un gol: i restanti venti minuti sono quasi un assolo mantovano alla ricerca del pareggio che però non arriva. Anzi, Petrovic avrebbe persino il pallone per chiudere i conti e mandare tutti sotto la doccia, ma spreca abbastanza malamente: poco male perché il triplice fischio arriva puntuale dopo cinque minuti di recupero e fa partire la festa gialloblù per una vittoria che al ‘Martelli’ mancava da oltre trentadue anni. Ora il Trento si ritrova in piena zona playoff e venerdì se la dovrà vedere contro l’Albinoleffe, la quale verrà a far visita al ‘Briamasco’ in una sfida da non sottovalutare affatto. La classifica sorride, che continui così per molto tempo!
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giovedì 26 Dicembre 2024