E’ mancato Gino Strada, l’editoriale di Raffaele Crocco
Il 13 agosto 2021 è spirato Gino Strada. Medico di guerra, fondatore di Emergency e costruttore di pace. Per la nostra rubrica “L’Angolo delle Guerre e dei Conflitti del Mondo”, realizzata in collaborazione con l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, ospitiamo l’editoriale di Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante.
Mi viene da dire: non dobbiamo essere tristi. Pensiamo a tutto quello che ci ha lasciato. Pensiamo alla fortuna che abbiamo avuto nel conoscerlo, frequentarlo o solo ascoltarlo, leggerlo. Sarebbe un mondo diverso se non ci fosse stato Gino Strada. Vi sembra esagerato? No, non lo è. Sarebbe un mondo diverso perché parte di quel che sappiamo della Pace, oggi, lo dobbiamo anche a lui.
Dobbiamo a lui l’aver capito che la Pace la si costruisce con cose concrete, ad esempio guarendo le persone, curandole, garantendo loro il diritto alla salute. Quel che sappiamo sul rapporto stretto fra diritti e guerra, con un rapporto di causa – effetto immediato e letale, lo dobbiamo anche a lui, che quell’effetto lo ha sperimentato sul campo, lo ha annusato per anni, quotidianamente, salvando vite, regalando futuro e speranze dove erano scomparse. Quel che abbiamo imparato sull’importanza del rispetto delle altre culture, dei mondi differenti dal nostro, delle persone diverse da noi, lo dobbiamo anche e ancora a lui.
Ci ha cambiati, Gino Strada. Ci ha cambiati fondando Emergency a dispetto di tutto e creando entusiasmo e partecipazione – vera e trasversale – attorno all’idea di poter fare concretamente qualcosa per gli altri. E non si trattava solo – e non sarebbe poco – di salvare vite, ma di creare cultura della pace e della giustizia, empatia e fratellanza. Ci ha cambiato con i suoi libri, raccontando la sua esperienza di essere umano, di militante, di medico. Ci ha cambiato con l’esempio, con il suo modo di creare alternative all’orrore.
Vedete quanto resta di Gino Strada. Tutto questo, tutto quello che ci resta di lui, ce lo abbiamo davanti e dentro. Possiamo, ostinatamente e meravigliosamente, continuare a fare ciò che lui ha fatto. Ognuno a modo proprio. Ognuno con gli strumenti che ha. Ognuno con la voglia, il tempo, la passione, l’amore che riesce a mettere in campo. Ma possiamo farlo.
E allora, cancelliamo le lacrime e pensiamo alla fortuna di avere avuto fra noi, per questo tempo, un uomo che si chiamava Gino Strada.
Raffaele Crocco
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giovedì 21 Novembre 2024