Walt Whitman e Allen Ginsberg: tra introspezione e democrazia
Mi è sempre interessato un aspetto particolare della poetica di Walter Whitman: influenzato anche dall’ambiente famigliare quacchero, Walter ripudiava l’uso della violenza come forma di interazione tra gli esseri umani, era contro la schiavitù ed in generale contro tutte quelle pratiche dell’esclusione e della menomazione della dignità umana. Walt Whitman oltre ad essere considerato il poeta dell’ideale democratico è anche considerato il padre del “sogno americano”, quel sogno che Allen Ginsberg vide sgretolarsi sotto i suoi occhi, nell’America del secondo dopoguerra.
Si ritiene che lo “spirito poetico vagabondo” di Whitman sia quello che abbia più di tutto influenzato i poeti della beat generation. Io la penso diversamente.
Nei versi di Foglie d’erba coesistono numerosi aspetti molto particolari: l’impegno sociale, l’antimilitarismo, l’esaltazione della democrazia ma anche il valore sacro e personale di quello che la poesia da sempre rappresenta. Il considerare i versi come parte di sé stessi, la consapevolezza che la poesia sia parte di chi la scrive. Questo aspetto personale della poesia di Whitman si trasforma però subito in universale, va ad abbracciare tutti: l’autore di Foglie d’erba rende la poesia finalmente democratica, alla portata di ogni essere umano.
Ad un’analisi attenta, questo approccio ad una poesia democratica ed allo stesso tempo personale ed introspettiva potrebbe sembrare differente dai famosi versi dell’Urlo di Ginsberg, crudi e d’impatto, oppure dalle successive poesie come America, animate dalla critica sociale. In realtà anche Ginsberg decise di rendere la propria poesia democratica, in modo però differente.
La realtà in cui il Ginsberg, poco più che ventenne, viveva era ben diversa da quella di Walt Whitman. Erano passate due Guerre Mondiali, la società americana era permeata da un perbenismo morboso e gli artisti della beat generation, giovanissimi e sregolati, si erano eretti come principale novità, sia nei modi di scrivere sia nei temi affrontati. La matrice democratica della poesia di Ginsberg risiede proprio in questo. L’Urlo, come Foglie d’erba, era contemporaneamente uno spaccato dell’anima del poeta e un documento democratico. Ginsberg stesso lo aveva pensato come opera da leggere a “voce alta” davanti ad un pubblico che, in questo modo, potesse fruirla al massimo delle sue potenzialità.
Curiosamente oggi, su Spotify, si possono ascoltare le registrazioni originali delle prime letture delle poesie di Ginsberg ad opera dello stesso. Questo per ricordarci quanto democratica fu l’esperienza Beat.
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giovedì 26 Dicembre 2024