The Song remains the same, i Led Zeppelin volano di nuovo al cinema

Negli scorsi giorni è stato ripresentato nelle sale il film-concerto “Led Zeppelin: The song remains the same”, rimasterizzazione del film prodotto nel 1976 che sviluppato intorno ai tre show al Madison Square Garden, New York, dove la band concluse un fantasmagorico tour nel 1973.

In poco più di due ore viene riprodotto un live dalle tinte onirico-psichedeliche, dove l’incessante musica della band regna sovrana, circondata da illusioni ed immagini che contribuiscono a trasformare l’intera performance in un folle viaggio alla riscoperta del puro rock anni ’70.

Il prodotto, a causa di un errore dato dalla lunghezza della pellicola, è stato successivamente riempito con alcune registrazioni esterne che colgono i membri della band e parte dello staff in momenti di vita quotidiana o scene fittizie.

Robert Plant, presentato inizialmente assieme alla moglie e ai due figli, viene inserito all’interno di una scena di fantasia girata in Galles dove interpreta un cavaliere pronto a salvare una dama in pericolo. Jimmy Page è inizialmente inquadrato sulla riva di un lago intento a suonare la chitarra, mentre la sua scena onirica, fra le più emblematiche dell’intero film, lo vede intento alla scalata di una rupe in una notte buia. In cima al picco incontrerà la figura anziana di un eremita che si rivelerà essere lui stesso invecchiato, evidenziando quanto effettivamente il grande chitarrista fosse appassionato dell’occulto e del mistero.

John Paul Jones è introdotto mentre racconta ai suoi figli la favola di “Jack e il fagiolo magico”; successivamente la sua scena onirica lo raffigurerà come un uomo maschero, definito “spaventapasseri”, che gira a cavallo assieme ad altre tre figure. Bonham, infine, viene registrato mentre pratica i suoi hobbies e le sue passioni: badare alla fattoria, suonare con il figlio Jason, gareggiare nelle sfide di drag racing e molto altro.

I quattro sono a turno protagonisti di quest’avventura con assoli assordanti al limite del virtuosistico: Plant, in particolar modo in “The Song remains the same” si esibisce con i modi provocanti e scenici a cui siamo abituati, alternandosi in alcuni momenti con Page creando un duo melodico micidiale; quest’ultimo, dal canto suo, dà il meglio di sé in “Dazed and Confused”, dove sussegue numerosi assoli con diversi modelli di chitarra, arrivando a suonare con l’archetto di un violino. Svolge indubbiamente un ruolo di primo piano nel rendere l’intera esperienza memorabile. Jones passando dall’accompagnamento al basso alle tastiere, si inserisce alla perfezione trasformando i toni e le tinte dei brani, come nei primi minuti di “Stairway to heaven”.

Bonham, scatenato ed irrefrenabile, ci regala una delle migliori esecuzioni di “Moby Dick”, dove sfrutta ogni centimetro del drum set per ricordarci che anche la batteria può essere uno strumento di prim’ordine all’interno dei complessi musicali.

La lunghezza della pellicola scivola fluidamente per chi ne viene rapito, trasformando di fatto un film in un live assordante che coinvolge completamente lo spettatore. Quando si dice “provare per credere”, credo che ci si riferisca proprio a questo.

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domenica 22 Dicembre 2024