The Foley artist: invisibili del cinema
The End. Titoli di coda. Dietro una serie di nomi indistinguibili che scorrono troppo velocemente per essere letti, dietro gli invisibili delle pellicole cinematografiche, talvolta interrotti dalla pubblicità o coperti dal commento di fine spettacolo, si cela colui che rende grande un film: il rumorista, l’artigiano del suono.
In America è denominato Foley Artist e prende il nome da colui che per primo ha creato questo mestiere: Jack Donovan Foley, il quale era in grado di registrare i suoni dei film su tutta la pellicola in tempo reale, utilizzando oggetti di uso comune. Nel film Spartacus di Stanley Kubrick, riprodusse il rumore delle armature dei legionari utilizzando semplicemente un mazzo di chiavi.
Il Foley Artist lavora in ambienti pieni di chincaglierie, dove anche un comune mestolo può rivelarsi utilissimo per riprodurre il suono di una spada sguainata.
Ogni rumorista ha il proprio trucco per riprodurre fedelmente ciò che l’immagine detta in quel preciso momento e renderlo realistico: l’amido di mais, in un sacchetto di pelle, rende il suono della neve che scricchiola, i guanti rievocano ali di uccello sbattute, un sottile bastone riproduce fruscii, il nastro di una vecchia cassetta audio simula i passi sull’erba, una lattuga congelata imita lo scrocchio di ossa rotte, gusci di noce di cocco tagliati a metà e riempiti con un’ imbottitura danno il rumore degli zoccoli di cavallo, il cellophane o una confezione di patatine vengono utilizzati per fare effetti di fuoco scoppiettante, un vecchio attaccapanni arrugginito simula il cigolio di un cancello, l’apertura e la chiusura di un ombrello rievocano il volo di uno stormo di uccelli mentre una pesante rubrica telefonica, chiusa di colpo, simula pugni sul corpo.
John Roesch, rumorista con quasi 300 film all’attivo ha riferito in un’intervista: «Se abbiamo fatto bene il nostro lavoro, non ti accorgerai nemmeno che lo abbiamo fatto».
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domenica 22 Dicembre 2024