“The Astonishing”, il ritorno in grande stile dei Dream Theater
Il 2016 pare iniziare bene per il progressive mondiale: John Petrucci & Co., alias Dream Theater, sfoderano The Astonishing, un nuovo concept album che ha fatto ben sperare i fan ipernostalgici e spesso delusi dagli ultimi lavori del gruppo.
I testi e la trama sono essenziali per comprendere l’album e per questo motivo la band americana ha puntato molto sui contenuti multimediali, con minuziose descrizioni dei personaggi, degli ambienti e del tempo storico del concept.
In un futuro distopico, nel Great Northern Empire Of the Americas, solo pochi nobili godono del vero benessere e l’unica “musica” esistente sono i suoni freddi, graffianti e metallici provenienti dai Nomacs, una sorta di robot/droni. Con il passare del tempo, quindi, «people just don’t have the time for music anymore/ and no one seems to care»*, almeno fino alla comparsa di Gabriel, fratello del capo di una fazione ribelle all’Impero, che ha un gran talento canoro.
Attraverso la sua musica i rivoluzionari vogliono far breccia nel cuore del popolo per levarlo dal torpore e dalle ingiustizie dell’Impero. All’interno di questo grande quadro si sviluppano, come sue sfumature, la storia d’amore tra Gabriel e Faithe, figlia dell’imperatore, e altre microstorie, il tutto condito da colpi di scena, tradimenti e domande esistenziali.
Chiamarlo concept album, però, pare limitativo: in più di 2 ore di musica, 2 dischi, 34 tracce, si susseguono le voci di 8 personaggi e quella del narratore. Sembra un’opera teatrale, un musical. Il cantante Labrie è l’attore principale che con la sua voce interpreta quelle di tutti i personaggi. L’arrangiamento sintetizza molto bene le emozioni e i caratteri dei personaggi attraverso la ripetizione di pochi temi, che, rielaborati e riadattati in virtù dei dialoghi e delle atmosfere, fungono da filo conduttore fra le tracce.
Ricorda un po’ Jesus Christ Superstar, con un Labrie/imperatore Nafaryus, ironico e aggressivo, che ricalca le performance di Josh Mostel nei panni di Erode, opposto ad un Labrie/Faithe dolce e melodico come Maria Maddalena. È poi facile il paragone tra Gabriel e Jesus, per le trasportanti e introspettive domande che entrambi si pongono.
Molte tracce sono appassionanti anche se ascoltate singolarmente: è il caso del singolo ufficiale The gift of music e di The new beginning; le ballads When Your Time Has Come, Losing Faythe, o le grintose Three days e Moment of betrayal.
È un album riuscito? The Astonishing lascia piacevolmente perplessi. L’album è certo di difficile comprensione: ricco di effetti sonori, di voci campionate, è più vicino al rock progressivo sinfonico piuttosto che al prog metal, e talvolta si avvicina molto allo stile di un soundtrack album. La grinta, il pepe dato dai tempi dispari, la batteria di Magnini e il basso di Miyung non risaltano nel disco, e anche se non mancano i coinvolgenti assoli di quel gran chitarrista che è Petrucci, cardine dell’album sono la tastiera di Rudess e la voce di Labrie.
Non mancano richiami ad album storici, tuttavia può dirsi diverso, strano, e, proprio per questo, davvero interessante.
*«La gente non ha semplicemente più tempo per la musica/ e a nessuno sembra importare» [The gift of Music – The Astonishing, Dream Theater]
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giovedì 26 Dicembre 2024