“Spider-Man: Across the Spider-Verse”, il film d’animazione per eccellenza del 2023

“Spiderman: Across the spider verse” si è rivelato un successo su tutta la linea, nonostante a monte potesse presentare scelte azzardate.

In primo luogo, l’affiancare allo staff tecnico un quattordicenne per l’animazione delle scene nell’universo Lego è stata una mossa indubbiamente vincente, in quanto il risultato ha soddisfatto tutti gli spettatori.

In secondo luogo, il gravoso onere dell’inserire più di 240 versioni alternative del simpatico Spiderman di quartiere nella pellicola non ha scomposto gli sceneggiatori, che hanno riempito il film di gradevoli easter-egg per chiunque potesse riconoscerli. Il risultato è stato quindi uno spettacolo per gli occhi dove scene di animazione frenetica al limite dello stroboscopico si alternavano a dialoghi ben strutturati e riflessioni sulle tante tematiche affrontate nel film.

Il target, in questo sequel più che nel primo film, non poteva essere più mirato. Se in “Spider-Man: Into the Spider-Verse” l’obiettivo del film era renderci consapevoli che chiunque potesse essere Spiderman e che non è la maschera a fare il supereroe, questo film si spende più per un pubblico adolescenziale, rappresentato da Miles e Gwen, che devono trovare un compromesso fra la vita da supereroi e quella da ragazzi, scontrandosi spesso con gli adulti, apparentemente non in grado di comprenderli. In questo senso, riteniamo che la scena fra Gwen e suo padre verso la fine del film rappresenti la risoluzione a questo eterno dilemma, quando il signor Stacy comprende finalmente le difficili scelte intraprese dalla figlia e le offre il suo conforto.

Anche Miles e i suoi genitori vivono queste difficoltà, ed in particolar modo la madre, che nel primo film era stata piuttosto marginale, si ritaglia il suo spazio e discute con il figlio della sua dinamica esistenza, inserendo qua e là qualche battuta per alleggerire i toni.

Il film trova inoltre soluzioni alternative a queste tematiche, per esempio introducendo nuovi personaggi come Spiderman Punk, lo Spiderman indiano e Miguel O’Hara, tre figure che incarnano tre visioni del mondo diametralmente opposte. Se Pavitr Prabhakar, il nostro simpatico spararagnatele indiano, manifesta un vivace ottimismo e critica con ironia gli stereotipi che noi occidentali associamo all’India, Spider Punk critica in maniera meno velata il sistema sociale in cui viviamo e rappresenta il soggetto anarchico per antonomasia. Spiderman 2099 è invece presentato come un personaggio “rotto”, distrutto dal suo passato e che sente di dover rimediare nel senso più stretto dell’ideale di Spiderman. Proprio per questo non è capace di credere in una nuova speranza, e quando Miles prova a cambiare il suo destino, Miguel si interpone con violenza a questa sua scelta ricordando ciò che lui aveva già causato in passato.

Per finire è giusto parlare dell’antagonista, Macchia, che a nostro avviso si è ritagliato molto bene un suo spazio all’interno della pellicola. Perché sì, fin dalla sua introduzione il personaggio rasenta i limiti del ridicolo e noi spettatori siamo tenuti a riconoscerlo come un vero nemico per Miles; attraverso il film però, Macchia fa capire innanzitutto come sia legato alla storia di Miles e soprattutto come possa minacciarla. Dopo aver ottenuto maggior potere, infatti, The Spot diventa una minaccia a livello multiversale, acquisendo quindi toni più cupi e lasciandoci nell’aspettativa di capire come agirà nel prossimo film.

“Spider-Man: Across the Spider-Verse” ha conquistato le sale e i suoi guadagni, paragonati ai costi di produzione, lasciano ben sperare riguardo l’uscita di ulteriori film con i personaggi che abbiamo conosciuto e amato.

E verosimile che ci ritroveremo tutti nelle sale il 29 marzo 2024 trepidanti nello scoprire cosa aspetta il nostro Miles Morales.

Cultura
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

domenica 22 Dicembre 2024