Sguardi di fanciulle con e senza orecchino
I quadri di Vittorio Matteo Corcos
Quando si parla de La ragazza con l’orecchino di perla si pensa al famoso quadro (c.a. 1665) di J. Vermeer, a cui sono stati dedicati anche un omonimo libro e un film (che lascia molto spazio alle immagini, ai colori e molto poco alle parole) − in realtà il titolo esatto del quadro è La ragazza col turbante. Ma oggi voglio parlarvi di un’altra ragazza, anch’ella con l’orecchino, quella di Vittorio Matteo Corcos.
[La ragazza con l’orecchino di perla di Vittorio Matteo Corcos, (1884)]
Artista italiano di origine ebraica nato a Livorno (1859), autore di numerosi ritratti della società del tempo, la Belle Époque, si dedicò anche a paesaggi e scene di vita moderna donando vitalità e originalità alle pennellate. Come molti suoi colleghi si stabilì a Parigi nel 1880 per poi tornare in Italia sei anni dopo.
Ne La ragazza con l’orecchino di perla (1884) di Vittorio Matteo Corcos una giovane donna tiene il busto a tre quarti avvolto in una veste di seta azzurra e il viso di profilo. Al centro della tela vi è l’orecchino, punto di luce che illumina l’intero viso. Lo sguardo dalle lunghe ciglia è rivolto verso qualcuno o qualcosa che non ci è dato sapere. Si vuole rendere omaggio alla bellezza femminile e il tutto è perfettamente armonizzato: l’incarnato del viso, lo sfondo, la tonalità della veste e la morbidezza dell’acconciatura. Il richiamo ai ritratti settecenteschi del francese Jean-Marc Nattier è innegabile.
E che dire della donna dei Sogni (1896). Questa donna ha scandalizzato il pubblico! Secondo alcune testimonianze, infatti, scatenò un chiasso indiavolato, perché era inusato che una donna fosse immortalata con tale espressione inquieta, intenta a sognare qualcosa di proibito tanto da riconoscervi una “seducente perversità”. Lo scandalo era adducibile anche alla posa e la riconoscibilità esplicita della donna, Elena Vecchi, figlia dello scrittore Jack La Bolina, amico di Corcos; il tentativo da parte della famiglia di ritirare le cartoline che la ritraevano non evitò la fuga dei suoi pretendenti.
Ormai nel XXI secolo siamo abituati a ben altra perversità e questa donna appare più come una pioniera del femminismo, conscia del proprio potenziale e del diritto di realizzare i propri sogni. Corcos riporta nei suoi scritti «quello che conta sono gli occhi, se quelli riescono come voglio, con l’espressione giusta, il resto viene da sé» e sfogliando un qualsiasi catalogo di Corcos è inevitabile essere colpiti da uno di questi sguardi.
[Sogni di Vittorio Matteo Corcos, (1896)]
Cultura
Twitter:
giovedì 26 Dicembre 2024