Medardo Rosso. L’artista che scolpiva la luce
Torinese per nascita (1858) e milanese d’adozione, Medardo Rosso è lo scultore della cera e della luce. Dopo essere stato espulso da Brera, dà vita a uno stile che lo renderà eterno. I suoi soggetti prediletti sono semplici, provengono dalla realtà dei Navigli intorno a lui: si tratta perlopiù di gente comune, di anziani e bambini nello specifico. Ma il vero apporto rivoluzionario di Rosso non risiede tanto nei soggetti, quanto nella concezione della materia scultorea e nella sua relazione con la luce e lo spazio circostante.
Per comprendere l’impatto innovativo di questo grande artista, basta pensare alle parole che Umberto Boccioni gli dedica: secondo il futurista, Medardo Rosso è stato il «solo grande scultore moderno che abbia tentato di aprire la scultura a un campo più vasto, di rendere con la plastica l’influenza dell’ambiente e i legami atmosferici che lo avvincono al soggetto. L’opera di Rosso è rivoluzionaria e modernissima».
Infatti, con Rosso la scultura non viene più considerata solo come un blocco di materia, ma accoglie in sé l’atmosfera che ha intorno, tanto da invitare chi la osserva a ruotare attivamente attorno a essa per poterne cogliere ogni sfumatura. Del resto, proprio per questo motivo l’artista si è battuto affinché, durante le mostre, le sue sculture non fossero isolate e considerate come oggetti ma messe in relazione con quadri in un dialogo continuo che potesse stimolare il pubblico. Dunque, la tendenza a unire luce e materia si rivela anche nella sua concezione espositiva.
Sebbene abbia utilizzato tanti e diversi materiali per le sue sculture (come il gesso e il bronzo), nelle sue opere si nota una predilezione per la cera. Dal punto di vista dell’artista, la cera permette non solo un effetto pittorico, ma anche e soprattutto una possibilità luministica infinita. Le velature, le trasparenze e le increspature di questo materiale riescono a imprimere nella scultura le condizioni ambientali in cui è immerso il soggetto dell’opera.
Per esempio, in Bambino alle cucine economiche (1892-97) Rosso rappresenta il viso di un bambino che, dietro alla vetrata, guarda all’interno della mensa per i poveri, non potendosi permettere nemmeno quel pasto. Un’opera straziante che dimostra la volontà di Medardo di calare le sue opere nel contesto che abitano, in continua interazione emotiva con lo spettatore.
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lunedì 30 Dicembre 2024