“Ripensare la comunità”, la lezione di Marco Aime per immaginare il futuro delle terre alte
Dopo un percorso, iniziato lo scorso 5 giugno, ricco di incontri e confronti, di interrogativi e di testimonianze, sabato prossimo giunge a compimento il ciclo dei Rifugi del pensiero – Destinazione Tesino, promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi per andare oltre le retoriche che riguardano le terre alte e stimolare una riflessione condivisa sul futuro dei territori periferici di montagna, rimasti ai margini dello sviluppo turistico di massa.
L’ultimo incontro proposto si carica del compito di chiudere il cerchio: dopo aver rivisitato le narrazioni più in voga della montagna, riflettuto sul potenziale dei territori naturali ancora preservati dall’eccessiva presenza umana e dal consumo del suolo e dell’ambiente e aver passato in rassegna alcune testimonianze di sviluppo sostenibile realizzate in contesti montani, la sfida è ora capire come sia possibile portare a sistema le belle visioni emerse e renderle proposta concreta e modello percorribile.
Una sfida affidata all’esperienza e alla sensibilità di uno dei più grandi antropologi culturali italiani, Marco Aime, amante e studioso della civiltà della montagna, che nell’evento in programma sabato 26 giugno alle 20.45 al Cinema Teatro di Castello Tesino porterà l’attenzione su un soggetto collettivo rimasto finora sullo sfondo del percorso: le comunità.
Se infatti, “anche in questa era dei non luoghi e dell’eterno presente, il bisogno di comunità resta”, questo è tanto più vero parlando di territori difficili e fragili come la montagna, dove la mancanza di un orizzonte condiviso rischia di vanificare ogni pur lodevole sforzo di innovazione e sviluppo, confinandolo entro iniziative individuali, che non bastano però a risolvere il problema. “Perché allora non provare a ricostruire un «noi» fondato su autentici legami di prossimità?” si chiederà Marco Aime, che sul tema della rigenerazione delle comunità ha molto studiato e scritto, animato dalla convinzione che “riscoprire il valore della condivisione significa superare l’impoverimento umano e culturale a cui ci porta la solitudine della competizione a ogni costo, del possesso come marchio di successo”. L’appuntamento conclusivo di “Rifugi del Pensiero” diviene così un’occasione per mettersi in discussione e per rivedere il nostro stesso modo di concepirci come cittadini, corresponsabili e protagonisti dell’autodeterminazione dei nostri territori.
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mercoledì 30 Ottobre 2024