L’indipendenza è un’attitudine – Intervista a due librai
Elisa Vettori e Federico Zappini sono i proprietari della libreria indipendente “due punti”, cuore del quartiere San Martino di Trento. Li abbiamo raggiunti (telematicamente) per una chiacchierata sul presente e sul futuro della loro libreria.
Che cosa significa avere una libreria indipendente oggi?
Per noi è fondamentale la presenza. Prendi gli ultimi due mesi: abbiamo abbassato le serrande della libreria, ma non abbiamo mai chiuso, perché crediamo che l’unico modo che abbia una libreria per sopravvivere sia costruirci attorno una comunità di lettori e di cittadini prima che di clienti. Ecco perché, nonostante le serrande abbassate, non abbiamo mai smesso di raccontare i libri (attraverso la newsletter e i post sui social). Nei circa due mesi di chiusura ne abbiamo consegnati tra i 300 e i 400. Un numero che non farebbe stare in piedi una libreria, ma che rappresenta la nostra rete di relazioni. Questa è la nostra risposta agli sfidanti della distribuzione digitale.
Tenete molto al contatto anche con altre realtà indipendenti di Trento, con cui cercate ora insieme di ripartire. Penso alla vendita delle magliette di “Frammenti”.
L’indipendenza è un’attitudine, è sentirsi parte di qualcosa che magari non esiste ancora del tutto, ma che in potenza è importante. Grazie alle magliette, “Frammenti” (laboratorio serigrafico di Trento, ndr) ci ha offerto questa possibilità. Le piccole realtà come noi hanno bisogno di cooperare, di sapersi dare vicendevolmente un aiuto. Questo è per noi il significato di “assembramenti”, la parola che abbiamo stampato sulla maglietta. Crediamo che la cultura si faccia per contatto, per relazione. Non sappiamo se questo garantirà la nostra sostenibilità economica, ma di certo ci fa sentire molto bene dal punto di vista umano.
Che libro consigliate per ripartire?
Durante il lockdown, abbiamo dato vari consigli di lettura, raccontando libri attraverso i social. Un unico consiglio? “Le transizioni” di Pajtim Statovci. Racconta la storia di un ragazzo che tenta costantemente di ridefinire la propria identità. Non abbiamo nessun tipo di certezza sul fatto che in futuro tutto andrà bene. Non sappiamo nemmeno se usciremo migliori (ma di chi? di che cosa?) dal lockdown. Sicuramente, però, siamo in una transizione, in un passaggio. E l’unica cosa che può aiutarci a non perderci e a non sentirci soli è percorrere questa strada insieme ad altri.
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giovedì 30 Gennaio 2025