L’attimo fuggente … e la sua permanente ombra
Accade ogni tanto che io mi immerga nel mio pensiero, nelle immagini che esso può partorire, combinando ricordi, fino alla completa alienazione di me stesso. Io ci sono, non scompaio, ma sono dietro una telecamera, dietro un occhio goloso di realtà che ispeziona e segue, curioso, ogni cosa. O meglio, io sono dietro ogni momento, ma non ne sono l’autore completamente; molto spesso mi lascio trascinare dai frammenti di memoria.
Oggi volevo condividere con te questa immagine, sappi che sono un pittore pigro: poche pennellate e molte sensazioni in questi casi.
Worthing (che per chi non l’ha vista ha la tranquillità di Trento e il mare della parte poco frequentata di Cesenatico, solo con sassi ed enormi gabbiani). Autunno. Come lo capisci? L’agrodolce delle foglie in decomposizione. Se l’inverno è la madre di tutte le stagioni, l’autunno è la nonna: tutto deve partire da quella luce dorata, rifratta ovunque dalle fronde.
In questo sogno, tra le foglie rosse e il legno di indefinite e innumerevoli sfumature marroni, è seduta una ragazza dai capelli neri e i denti bianchissimi. Ride, si muove continuamente. Gli occhi suoi sono mobilissimi e scuri. Davanti a lei c’è un uomo che la fissa, nonostante le sue prorompenti forme (ebbene forse un pelo esagerate, ma non importa), direttamente in viso. Perché non la guardi “tutta” non lo so, probabilmente perché tutta una persona è troppa da guardare e ora si sta concentrando su quello che da dentro di lei si manifesta fuori. Lui sembra molto contento. Gioia immensa, condivisione.
Scena. Buio. L’attimo è finito. Loro dove sono? Potrebbero essere anche morti: non ne ho più notizie da molto tempo. Quell’attimo permarrà nel mio ricordo, ma solo come ombra: nella realtà non c’è più, anche se ci fu.
Quanto di quello che c’è scritto è accaduto? Chissà, ma mi piace pensare di aver inventato poco.
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venerdì 27 Dicembre 2024