Intervista spettacolo con Ale e Franz
Al Fuorifestival di Trento il duo comico Ale e Franz si è prestato ad un’intervista tra cavalli di battaglia e spettacolo d’improvvisazione. Pescati due valletti tra i presenti in Auditorium – Margherita, 24 anni, studentessa di enologia, e Samuele, 19 anni, studente di ingegneria ambientale – tutto è pronto per l’esilarante show in cui, prima di porre le proprie domande, il pubblico dovrà subire un comico terzo grado.
Cosa c’entrano Ale e Franz con l’economia?
Assolutamente nulla, nel nostro piccolo siamo un’attrazione. Esiste anche la spesa per l’intrattenimento, noi riempiamo i teatri, facendo lavorare tutte le maestranze che ci girano intorno. Siamo un elemento di disturbo che non ha grande attinenza con il festival, però analizzando la parola “economia”, una volta era sinonimo di risparmio, mentre ora lo è di spesa: i tempi cambiano e i termini evolvono. Siamo un cuscinetto tra Prodi e la Zanzara.
Qual è il ricordo più bello che avete del programma Buona la prima?
Tutta l’esperienza è stata appagante: si improvvisava senza sapere mai cosa aspettarsi. L’inconsapevolezza di cosa sarebbe successo e di quali sarebbero stati gli ospiti ci faceva entrare terrorizzati e al termine eravamo sfiniti per via dell’altissima tensione e della concentrazione richiesta. Allo stesso tempo sono successe tante cose belle e divertenti, come la presenza di Edwige Fenech, attrice di film un po’ osé che guardavamo da piccoli e che quindi ci è rimasta nel cuore (ammiccano).
Si parla tantissimo di Intelligenza Artificiale, come la vedete nel vostro ambito? Vi preoccupa?
Quando si parla di intelligenza non ci preoccupiamo mai perché non ci riguarda: noi abbiamo un’Ignoranza Artigianale (ridono). Una volta abbiamo provato a inserire alcune nostre battute come parametro e abbiamo chiesto all’IA di riprodurre quel tipo di comicità. Ha scritto moltissime cose ma mancava un elemento fondamentale del nostro lavoro: la sensibilità umana. Le battute erano tecnicamente corrette ma non avrebbero mai potuto funzionare: mancava il senso per la risata. La matematicità nel nostro ambito non funziona: serve una sensibilità che la macchina non può avere.
Quanto è difficile fare satira in un momento storico come questo?
Forse ha meno appeal perché c’è una nuova coscienza civile e un diverso rapporto con la classe politica. Ormai la satira è molto delegittimata: è difficile prendere in giro chi già si fa satira da solo. Nonostante questo ci sono così tante cose che non funzionano che il bravo satiro riesce a immergersi nella situazione e a tirarne fuori anche qualcosa di buono, come Maurizio Crozza. Noi facciamo satira di costume, prendendo in giro le persone nei loro estremismi.
Come è cambiata la comicità dagli anni ’80 ad oggi, con l’avvento del politically correct?
Anche questo non ci riguarda perché noi abbiamo sempre trattato le manie insite negli esseri umani. Certe cose si sono allontanate dal comico, questo però permette di ricercare nuovi modi per far ridere. Ci sono argomenti, come la malattia, che secondo noi non vanno toccati: laddove si feriscono i sentimenti di qualcuno, si deve fare un passo indietro, una risata non può arrivare senza un prezzo. Allo stesso tempo è vero anche che non ci si può offendere per tutto: si deve capire l’intento con cui è stata scritta una battuta, per divertire o per sbeffeggiare.
Che cosa fa ridere Ale e Franz?
La spontaneità delle persone come Samuele.
E fu così che nacque una nuova stella.
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giovedì 21 Novembre 2024