“If anything happens, I love you” di Will McCormack e Michael Govier

Guardare un cortometraggio è una delle scelte cinematografiche più emozionanti ed efficienti che si possano fare per fruire della settima arte. Emozionante perché, quando un corto è progettato alla perfezione, in pochi secondi ci dà la possibilità di assorbire l’essenza di una storia in tempi record. Efficiente perché, proprio per la sua breve durata, può essere guardato anche da chi – tra lavoro e famiglia – ha poco tempo da ritagliare per sé stesso.

If Anything Happens, I Love You”, scritto e diretto da Will McCormack e Michael Govier, è una pellicola che in soli tredici minuti tratta il dramma di uno dei lutti più difficili da affrontare in assoluto: quello di due genitori che perdono una figlia. È proprio da questa perdita che parte la trama di questo film, che poi si sviluppa sulla reazione dei genitori alla nuova situazione. Con una spiccata delicatezza i due autori hanno adottato questo pretesto di trama per denunciare la problematica della vendita di armi negli Stati Uniti d’America e per ricordare la tragedia avvenuta alla Marjory Stoneman Douglas High School di Parkland, in Florida, il 14 febbraio 2018. In quell’occasione, diciassette persone persero la vita durante una sparatoria avvenuta nella scuola.

Proponendo immagini in 2D, dalle linee semplici e stilizzate, i due registi sono riusciti a rendere l’idea dell’immediatezza con cui i due protagonisti si abbandonano ai ricordi, rifiutandosi di affrontare una realtà con cui poi dovranno fare i conti. Anche i giochi di colori – tra luci e ombre – comunicano con accuratezza l’evoluzione del lutto: la loro efficacia sta proprio nel riuscire a compensare l’assenza (voluta) delle parole dette a voce, mostrando comunque tutte le emozioni – apparentemente indescrivibili – provate dai due personaggi.

Ad accompagnarci nel loro processo di crescita personale, c’è anche la colonna sonora di Lindsay Marcus, che con le sue note culla il pubblico in questa tragedia animata tra rumori e silenzi. Ed è proprio questo il valore aggiunto dell’opera.

In tutta la sua drammaticità quest’opera tocca il cuore del pubblico perché si rivolge a tutti noi. Da un lato, ci ricorda l’importanza di riflettere sulle tematiche sociali che ci circondano, anche quando ci sembrano distanti…perché certe sofferenze sono universali, e accomunano tutta l’umanità, indipendentemente dal luogo in cui avvengono. Dall’altro, si rivolge a tutti noi come individui, suggerendoci di vivere la quotidianità con le persone che amiamo, conservando ogni momento nel cuore e nella memoria. Questo non significa “aggrapparsi” al passato rendendo i ricordi un’ossessione, ma serbarli con cura e usarli con cautela. Solo così riusciamo a servircene nel modo giusto…e questo, talvolta, può salvarci la vita.

 

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domenica 8 Settembre 2024