I libri non chiudono gli occhi
Sono un personaggio (non) qualsiasi di un libro scelto (non) a caso. Mi trovo nella sezione “Cultura” per difendere la categoria e sostenere una causa ben precisa. La mia proposta è raccontare, dal mio punto di vista di personaggio, il libro in cui sono nato.
Ho trovato d’accordo molti compagni di storie. Spero che lettori e autori non si dispiacciano, di questo ammutinamento da parte di personaggi in libri già chiusi in attesa di essere riaperti.
A favor mio e della mia causa, un grande classico. Holden Caulfield, con l’aiuto della penna di Salinger, ha detto: «Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira».
Ora, se potessi, direi al giovane collega Holden che spesso questo non è possibile. Tuttavia, trovandomi in perfetto accordo con lui, sono giunto ad una sempre possibile soluzione alternativa. Una volta che un personaggio nasce in un libro non smette di vivere. È chiaro, altrimenti non starei qui a scrivervi!
Ogni volta che chiudete un libro, anche se siete arrivati fino all’ultima pagina, quello mica
chiude gli occhi.
P.S. Il titolo di questa “lettera” non vuole essere un plagio (l’avete letto, quel libro lì sui pesci di Erri De Luca?), quanto piuttosto un omaggio a un maestro raccontatore di storie.
Cultura
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