Canto per Europa, la migrante ferita dallo sguardo intelligente e profondo
È una “buona notte” sotto un cielo stellato e piena di musica e poesia quella che è stata data alla cittadina di Borgo Valsugana giovedì 21 luglio. Paolo Rumiz ha portato in scena il suo “Canto per Europa” nella piazza centrale, che ha letto assieme a Lara Komar e Giorgio Monte, accompagnato dalle musiche dal vivo di Aleksandar Karlic e Vangelis Merkouris, con la regia di Franco Però.
“Oggi – ha esordito Rumiz – sono partito da Trieste mentre un grande incendio faceva brillare le montagne sul Carso. Quattro anni fa arrivavo in Trentino per introdurre l’orchestra diretta da Mario Brunello nella foresta degli abeti di Stradivari devastata dalla tempesta Vaia. È segno che dobbiamo imparare a guardare la terra come una madre. È per questo stesso motivo che dobbiamo togliere l’articolo all’Europa e chiamarla Europa. Quello che vi presenterò stasera è un canto per Europa”.
Un viaggio impossibile da descrivere a parole, se non ripetendo la poesia creata da Rumiz nel suo libro “Canto per Europa” (Feltrinelli, 2021), da cui è tratto il reading musicale. Quattro amici, tutti uomini di frontiera (un turco, un francese, un greco e un triestino), partono alla volta di un viaggio in cui incontreranno una donna stuprata e vilipesa ma con una luce negli occhi che ammalia e che fa innamorare. Evropa ha “occhi intelligenti e profondi”, ed è nata all’ombra di un verde eucalipto in Siria, una terra bellissima prima dello scoppio della guerra. La sua schiena non nasconde i segni di frustrate e bruciature di sigarette, il triste ricordo delle conseguenze del conflitto da cui è scappata. “Detesto che chi amo se ne vada – sussurra Evropa -, preferisco andarmene per prima”. In questo caso una necessità, un viaggio che è un’avventura attraverso un continente ben più grande di quella che noi definiamo Unione Europea. Un continente che lei ama profondamente, che tutti coloro che vedono da lontano amano profondamente: “Questa terra è il miraggio di chi non la possiede”. Chi ci abita la guarda e le domanda cosa cerca dove il Sole va a morire, fuggendo invece dall’Oriente. Ma in Evropa, la migrante siriana alla quale Rumiz ha dedicato il canto, c’è l’essenza stessa del nostro continente, “una donna violentata, un corpo male amato e alla deriva”, “una terra vecchia e strafatta”, ma piena dell’incanto che le musiche orientali suonate nella piazza di Borgo Valsugana hanno suscitato nel pubblico.
L’incontro è stato organizzato dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi in apertura dell’Agosto Degasperiano 2022 – Custodi del Fuoco assieme a Trentino 2060. Rumiz è stato accompagnato da SOS Mediterranee, “una decisione dovuta, visto che in questo reading narriamo la storia della più vecchia delle migranti”.
Si parte quindi con il fuoco dell’ideale europeo. Rumiz ha narrato l’amore per Europa attraverso la poesia, chiave per colpire l’emotività e per avvicinare lo spettatore alla storia del nostro continente.
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domenica 22 Dicembre 2024