Camille Claudel in Auguste Rodin… quando si ama troppo
Camille Claudel (1864-1943), sorella maggiore del poeta Paul Claudel, venne presto colta dalla passione per la scultura. Per questa sua vocazione l’intera famiglia si trasferì a Parigi per permetterle di seguire le lezioni d’arte. Inizialmente fu allieva dello scultore Alfred Boucher, sotto la cui guida scolpì le prime figure. Perfezionatasi all’Accademia Colarossi a Parigi, nel 1884 entrò nello studio di Auguste Rodin, da principio come allieva, diventandone però ben presto l’assistente. Tra i due scultori la differenza di età era notevole, ma nacque un lungo sodalizio oltre l’arte.
La passionale relazione si spezzò nel 1898 e per entrambi seguì un periodo di depressione che riversarono in alcune opere. In Fugit Amor [Fig. 1 e 2], Rodin rese reale un abbraccio orizzontale tra due amanti. Le due figure, schiena contro schiena, potrebbero ricordare Paolo e Francesca di Dante, ma rimandano alla sua dipendenza amorosa per Camille, di cui tenta di impedire la fuga. Si tratta di un abbraccio al limite tra la lotta e l’erotica sessualità. Claudel realizzò invece L’età matura [Fig.3] dove la donna inginocchiata supplica l’uomo di restare, ma lui accompagnato da una figura allegorica si lascia allontanare dall’amata.
Ritroviamo Camille nell’opera di Rodin Je suis belle [Fig.4]: il titolo riprende il primo verso di «Beauté», tratto dai Fiori del Male di Baudelaire. È un marcottage, ovvero un assemblaggio di due distinte opere precedenti di Rodin (Uomo che cade e Donna accovacciata). L’uomo in una forte presa, mostrando la sua virile muscolosità, trattiene a sé una donna rannicchiata. Le statue non sono modificate ma semplicemente unite in una tensione amorosa, un po’ come il naturale legame nato tra il maestro e la sua allieva: pur mantenendo ciascuno la propria personalità sono indissolubilmente legati.
In Danaide del 1889 [Fig.5 e 6] Rodin ritrasse una delle figlie di Danao condannata a riempire una botte senza fondo nell’Ade, poiché aveva ucciso il proprio marito su ordine del padre (cfr. Le Metamorfosi di Ovidio). In realtà è nuovamente Camille piegata dalla sofferenza del suo amore, con i capelli abbandonati che lasciano visibile la sua sensuale schiena. La Pensée [Fig.7] è un capolavoro di scultura simbolica, il titolo rimanda all’immaterialità del pensiero che nasce dalla materia. Rodin raffigurò anche in questa occasione Camille, con cui all’epoca aveva stipulato un contratto: Rodin si impegnava a vivere con lei e abbandonare moglie e figli. Ma la promessa non venne mantenuta.
L’attività di Camille dopo la dolorosa separazione continuò saltuariamente ancora per pochi anni a causa di disturbi nervosi sempre più gravi, alimentati dal delirio persecutorio dell’artista contro i presunti furti stilistici del maestro. Per questo suo malessere nel 1913 fu internata nella casa di cura di Ville-Évrard, dove visse il resto della sua vita [Fig.8].
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venerdì 3 Gennaio 2025