Il primo libro letto da Giovanni Soldini ha sicuramente contribuito a formare il personaggio che è oggi e che ha sfidato più volte l’oceano in navigazioni solitarie in barca a vela. «Il titolo è “Viaggio di Dove” e parla di un giro del mondo. Facile intuire come sia da lì che è nato il sogno. Poi ho avuto anche la fortuna di incontrare e lasciarmi ispirare da Ambrogio Fogar, un grande marinaio, il primo italiano ad aver fatto il giro del mondo in solitaria» così Soldini, durante l’incontro a lui dedicato al Festival dello Sport, parla degli inizi della sua carriera.
Negli anni nella vela si sono susseguite numerose innovazioni, la più importante delle quali è l’introduzione del foil, la lama sottostante che permette alle barche di “volare” ricevendo una spinta verso l’alto e non subendo il freno delle onde. Tuttavia, il rapporto con l’acqua e l’oceano per Soldini è rimasto immutato ed è sempre e comunque unico. A questo si affianca il rapporto con la barca che «è come un’amica, ti porta dall’altra parte del mondo e tu in cambio te ne prendi cura». E per quanto riguarda l’essenzialità? «È un approccio mentale, non ci sono compromessi, si portano solo cose semplici e leggere». Da solitario com’era, recentemente Soldini è diventato capo ciurma e, in quanto tale, ha “più personalità” di cui «una delle più importanti è sicuramente quella dello psicologo. A volte è difficile, ma in realtà è sempre un’esperienza di crescita perché è bella la condivisione, e quando sei solo non puoi viverla». Altro fil rouge, l’avventura, che il velista ligure definisce come «l’incontro tra l’uomo e la natura, il modo di dialogare; se la natura ti fa fare qualcosa di complesso è avventura».
Considerando la lunga carriera di Giovanni a stretto contatto con l’oceano, viene spontaneo chiedergli quando qualcosa ha cominciato a cambiare: «molto tempo fa, in 35 anni di navigazione il mondo è cambiato molto: prima c’erano poche barche e di piccole dimensioni, oggi sono tantissime ed enormi; i mari erano vivi e pieni di pesci, oggi non è più così, le alte percentuali di Co2 nell’atmosfera contribuiscono all’acidificazione dell’acqua marina e creano problemi per la base della catena alimentare».
Per questo motivo: «Io e la mia squadra – in collaborazione con Maserati – abbiamo deciso di far fruttare le miglia che percorriamo ogni anno. Il nostro impatto ambientale è basso e non possiamo tirarci indietro in un importante momento storico come quello che stiamo vivendo. Abbiamo quindi installato sulla nostra barca OceanPack, una macchina in grado di studiare l’acqua degli Oceani». I dati raccolti vengono poi forniti alla comunità scientifica internazionale che li utilizza per analisi più complesse. La barca Maserati diviene così la sintesi perfetta tra prestazione e ricerca, un compromesso che si mette a disposizione della scienza come pochissime altre barche al mondo. In merito Soldini afferma: «le mie passioni per la vela e per l’ambiente sono strettamente legate tra loro e nascono dall’originale passione per il viaggio. D’altronde la barca a vela è un modo intelligente di viaggiare, si utilizza il vento e ci si porta dietro quel che serve».
I dati raccolti da Ocean Pack riguardano i livelli di salinità, in crescita nel Mediterraneo, e di Co2, praticamente raddoppiata nell’acqua marina in 150 anni, oltre alla temperatura dell’acqua, già molto alta e che favorisce eventi metereologici estremi simili a quelli dei tropici. Tutto mostra come sia vero che «siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare dalla stessa parte».
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venerdì 14 Marzo 2025