Questo articolo fa parte del laboratorio Scrittori di classe
In passato l’essere “in carne” veniva considerato il principale criterio di bellezza e di attrazione femminile. Il sovrappeso era un segno di benessere, perché le persone ricche, potendo permettersi una dieta altrettanto ricca, mangiavano parecchio, e nel farlo ostentavano la propria ricchezza. Al contrario, i poveri, avendo dispense poco abbondanti, erano molto magri, e ciò li etichettava come “non benestanti”.
Nella società odierna invece i mass media ridefiniscono il termine “bello” legandolo strettamente alla magrezza: le donne “magre”, vengono considerate più attraenti dagli uomini, ma anche dal loro stesso sesso. Le donne “magre” piacciono molto di più perché vengono percepite più giovani e sane.
Ci stanno dicendo che la bellezza di una persona sta nel suo aspetto fisico e che, per raggiungere la strada per il successo, noi donne dovremmo seguire dei canoni estetici, imposti da altri, altrimenti rischiamo di essere considerate delle fallite.
Ma tutto questo non è vero! Ognuno di noi è speciale e bello a modo suo. Bisogna amare se stessi e non ascoltare le voci che ci dicono “se fossi più magra saresti più amata dagli altri”, “se fossi più magra troveresti un lavoro ed un ragazzo”. Ci hanno convinte che se fossimo più magre verremo percepite dalla comunità come membri validi, affidabili e degni di considerazione.
Questa concezione trasmessa con i mezzi elettronici, e non solo, condiziona numerose ragazze. Tante giovani, non vedendosi dinanzi allo specchio come loro vorrebbero, cercano di dimagrire, con il rischio poi di ammalarsi e di diventare anoressiche o bulimiche.
Il numero di ragazze che esercitano un eccessivo controllo sul proprio peso aumenta innumerevolmente ogni giorno. Nella fascia più a rischio ci sono le ragazze nell’età adolescenziale, le quali hanno una maggiore e costante preoccupazione per il peso e per la forma fisica. Per questo motivo, iniziano a seguire diete specifiche, ma spesso non riescono a mantenerle. Le abbandonano, si abbuffano, e poi per paura di aumentare di peso fanno ricorso al vomito autoindotto, entrando in un circolo vizioso, chiamato bulimia, una vera e propria malattia.Se non trattati con metodi adeguati, questi disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi più gravi possono portare anche alla morte, che spesso avviene attraverso suicidio dopo un periodo di lunga depressione.
Desiderare di diventare un elemento apprezzato e ben voluto nella comunità sociale è un obiettivo a cui molti di noi aspirano ma che non tutti riescono a realizzare. Così il sentirsi inferiori e insoddisfatti di se stessi può portare a disagi e malattie mentali che, nei casi più tragici, possono portare al suicidio.
Nonostante ciò che la società faccia credere, non bisogna vergognarsi del proprio aspetto fisico, ma al contrario essere fieri di quello che si è, perché è la nostra personalità, e non il fisico, a renderci persone rispettabili e utili.
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mercoledì 30 Ottobre 2024