Questo articolo fa parte del laboratorio Scrittori di classe
«[…] secondo noi la musica non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi […] e in terzo luogo per il riposo, il sollevamento dell’animo e la sospensione dalle fatiche. Da tutte queste considerazioni evidentemente risulta che bisogna far uso di tutte le armonie, ma non di tutte allo stesso modo, impiegando per l’educazione quelle che hanno un maggiore contenuto morale, per l’ascolto di musiche eseguite da altri quelle che incitano all’azione o ispirano la commozione. E queste emozioni come pietà, paura ed entusiasmo, che in alcuni hanno una forte risonanza, si manifestano però in tutti, sebbene in alcuni di più e in altri di meno. E tuttavia vediamo che quando alcuni, che sono fortemente scossi da esse, odono canti sacri che impressionano l’anima, allora si trovano nelle condizioni di chi è stato risanato o purificato. La stessa cosa vale necessariamente anche per i sentimenti e gli affetti di cui abbiamo parlato, che possono prodursi in chiunque per provare una purificazione ed un piacevole alleggerimento. Analogamente, le musiche particolarmente adatte a produrre purificazione danno agli uomini una innocente gioia.» Aristotele, Politica, 7, 1341b 32 – 1342a 16, trad. di Augusto Viano.
Secondo Aristotele, la musica ha un potere così forte da influenzare la formazione della personalità: alcuni particolari suoni rafforzano l’autocontrollo, altri aiutano a rilassarsi. Dal tempo in cui viveva il filosofo greco ad oggi molto è cambiato. Soprattutto negli ultimi anni, i media elettronici si sono sviluppati notevolmente e la musica è diventata disponibile per tutti, ha iniziato a far parte della vita di ogni giorno, in ogni suo momento, tanto che talvolta nemmeno ci accorgiamo di essere immersi in essa. Con la musica impariamo e lavoriamo, riposiamo e festeggiamo, è presente in ogni film o programma televisivo.
Le persone non pensano a quanto siano influenzate dalla musica e a come questa possa influire sulla loro salute mentale e fisica, ma gli effetti psicologici che i suoni hanno su di noi non si possono mettere in dubbio: sono in grado di modificare o causare certi tipi di emozioni e stati d’animo, proprio come sosteneva Aristotele fin dall’antichità.
La musica può essere definita come un’enorme spazio per la mente e l’animo dell’uomo, dove solitamente i compositori lasciano dentro la propria canzone e la propria melodia, i loro sentimenti o il loro umore, così da poter trasmettere a chi ascolta forti emozioni. Per questo, ascoltando una canzone, a volte riusciamo ad immedesimarci nell’autore.
Il ritmo è l’elemento che ci arriva per primo: attiva il nostro cervello, produce ormoni, controlla la frequenza cardiaca e il nostro respiro.
Alcune composizioni ci aiutano nello studio, altre ci distraggono, altre ci aiutano a sviluppare la nostra memoria.
Solitamente la musica preferita riesce a migliorare lo stato d’animo, aumenta la forza e l’autocontrollo, ma è in grado anche di “sostituire” le emozioni del nostro essere scontrandosi con la parte razionale.
La musica quindi ha un grande potere sull’uomo, nella vita di tutti i giorni. Oggi, permea la nostra vita molto più che al tempo di Aristotele ed è una è una componente essenziale del nostro essere. Grazie ad essa ci emozioniamo, interagiamo, e cresciamo.
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giovedì 21 Novembre 2024