Usciamo dall’economia “da robot”: la testimonianza di Yunus al Festival dell’Economia
Non siamo fatti per essere “making-money robots”. Tradotto, non siamo fatti per essere persone che si occupano esclusivamente di generare profitto. Lo ha spiegato nel pomeriggio di venerdì 3 giugno al teatro sociale Muhammad Yunus, Premio Nobel per la Pace nel 2006 e fondatore della Grameen Bank, chiamata anche “la banca dei poveri” che, da un piccolo villaggio del Bangladesh, è arrivata a coprire tutto il Paese e a ispirare molte persone anche oltre confine.
“Ero un giovane insegnante universitario – ha raccontato Yunus, in dialogo con Laura La Posta, giornalista de Il Sole 24 Ore esperta di sostenibilità, nell’incontro “L’impresa sociale per uno sviluppo economico sostenibile”- . Avevo studiato economia e mi sentivo inutile. Volevo fare qualcosa che servisse agli altri, che potesse migliorare la vita di almeno una persona su questa Terra. Non avevo certo la pretesa di salvare tutti”.
Nei villaggi del Bangladesh Yunus ha toccato con mano la povertà. “Dissi allora alle persone di venire da me – ha aggiunto – perché avrei prestato loro del denaro. La risposta è stata talmente tanto forte che ho creato la Grameen Bank. È sbagliato, infatti, rifiutare di dare in prestito del denaro alle persone povere. Continuo a dire che è pazzo pensare di fare prestiti solo a chi ha già tanto e ignorare invece chi non ha niente”.
Il fondatore della Grameen Bank ha raccontato anche la “banca dei semi”, il “Seed Grameen Group”, un’iniziativa portata avanti accanto al prestito di denaro. “Ho iniziato a vendere pacchetti di semi di verdura – ha detto – perché le persone potessero piantarli e dare da mangiare ai propri figli, così da sconfiggere la denutrizione”.
Un business creato per le persone, cioè un business sociale, che non condanna il profitto, ma il suo accumulo in poche mani (l’over profit). Yunus e La Posta hanno fatto l’esempio di una torta che diventa sempre più grande: nel caso dell’over profit, questa torta rimane nelle mani di una sola persona che diventa un vero e proprio “ingordo”. Nel caso del business sociale, invece, il dolce che diventa più grande permette a più persone di nutrirsi.
Yunus ha detto che fondare la Grameen Bank gli ha dato la possibilità di indossare degli occhiali bifocali, mentre prima sentiva di possedere un solo tipo di lenti. “L’economia sostiene che l’uomo è guidato dall’interesse personale – ha detto -, ma non è così. Certo, l’uomo è guidato dall’egoismo, ma ha anche in sé un interesse verso la collettività. Anche il business deve tenere conto di questa dimensione. Chi fa business sociale vuole risolvere un problema. E così crea anche felicità nelle persone”.
L’economista, che si è battuto anche per il vaccino universale, ha chiesto ai giovani di agire costituendo tanti “club 3 zero”: zero emissioni di anidride carbonica, zero concentrazione della ricchezza e zero disoccupazione. “Il sistema economico attuale – ha aggiunto – ha creato una strada che porta al suicidio, e la linea di ‘fine vita’ del nostro sistema è sempre più vicina: questo modello di civilizzazione sta per distruggerci”.
Hanno ripreso le parole di Yunus anche Mauro Gambetti, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, ed Elena Beccalli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Non si capisce come l’economia, la legge della nostra casa comune, sia diventata una sorta di egonomia – il commento di Gambetti -. Seneca diceva che se l’uomo non è felice con poco, non sarà felice con nulla. C’era già, in quelle parole, lo spirito dell’uomo evangelico, che è l’uomo povero; povero non perché non ha beni, ma perché riesce a distaccarsene e a condividere”.
Che il modello economico dominante abbia fatto il suo corso è un dato di fatto. Elena Beccalli, in conclusione, l’ha sottolineato: “Due gli errori comuni che commettiamo – ha detto – : il primo è la tendenza a invertire il rapporto tra mezzi e fini, considerando la finanza non un mezzo ma come un fine. Le conseguenze sono note: crisi e fallimenti. Il secondo errore è stato dimenticarsi dell’importanza in economia dei beni immateriali, come la fiducia: fare credito a qualcuno, in fondo, significa fidarsi”.
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domenica 22 Dicembre 2024