Moltiplicazioni 2022: il “mare interno” delle emozioni
È un “mare interno”, quello delle emozioni, incarnato perfettamente dal film d’animazione “Inside Out”. Gioia, disgusto, paura, rabbia e tristezza si alternano nelle scene dimostrando che, in fondo, non si può parlare di emozioni positive o negative, quanto piuttosto di emozioni comode o scomode, perché tutte sono ugualmente importanti nella vita di una persona.
Anche di questo si è parlato al Festival Moltiplicazioni, in un incontro organizzato dall’associazione Armonia domenica 2 ottobre in collaborazione con SOS Parole srl. Sono intervenute la logopedista Luisa Degasperi e la psicologa Laura Valer.
“Le emozioni vengono da lontano – ha spiegato Degasperi -, sono qualcosa che non si impara, ma che fa parte di noi da quando nasciamo. Un bambino quando nasce piange. E se non lo fa spontaneamente, viene fatto piangere, perché nelle prime settimane di vita questo diventa un mezzo di comunicazione primario: i piccoli piangono perché hanno fame o perché vogliono essere presi in braccio. Questo è il loro stato emotivo. Poi di settimana in settimana arriva il sorriso, perché una parte del cervello dotata di neuroni a specchio fa sì che vedendo il sorriso sui volti delle persone vicine a loro i bambini inizino ad imitare il comportamento degli adulti di riferimento. Compito dei grandi è anche quello di fare da termostato per aiutare i piccoli a regolare le emozioni”.
“Summer on a solitary beach”, del Maestro Franco Battiato, fa riferimento ad un “mare interno” nel quale il cantante “vuole annegare”. Spesso infatti nelle emozioni si nuota come se fossero un fluido impuro, perché difficilmente questi sentimenti riescono ad essere categorizzati e separati con il righello. Esistono però sei emozioni universali, “presenti in tutti i popoli del mondo”, ha spiegato Laura Valer. E sono proprio quelle del sopracitato Inside Out, studiate dallo psicologo americano Paul Ekman: la tristezza blu, la gioia gialla, il disgusto verde, la rabbia rossa e la paura viola.
“In Inside Out hanno cercato di eliminare la tristezza – ha spiegato Valer – perché viene considerata un’emozione negativa. Credo invece che dobbiamo parlare di emozioni scomode o comode, non negative o positive. Tutte, infatti, hanno un’utilità, una funzione adattiva. Semplicemente con alcune conviviamo peggio”.
Quali sono, allora, queste funzioni? “Paura è un’emozione salvavita – ha proseguito Valer – perché attiva nel nostro corpo una serie di variazioni e risposte, attacco e fuga, con le quali diventiamo delle macchine da guerra. Rabbia si attiva quando percepiamo un’ingiustizia, ed è un’emozione sociale, perché nasce anche quando osserviamo che qualcun altro subisce un’ingiustizia. Disgusto ci permette invece di evitare di entrare in contatto con qualcosa di nocivo, e sorpresa è un’emozione che ci prepara a reggere una bella o una brutta notizia: ci dà l’energia di reggere un regalo inaspettato o una ferita”.
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venerdì 3 Gennaio 2025