La storia del Sudafrica
Nelson Mandela
Questo articolo fa parte del laboratorio Scrittori di classe
Nelson Mandela nacque il 18 luglio 1918 in Sudafrica e morì il 5 dicembre 2013 a Johannesburg. È passato alla storia per essere riuscito a liberare il suo Paese, cioè il Sud Africa, dal terribile fenomeno dell’apartheid. L’apartheid (letteralmente “separazione”) ebbe inizio nel 1948 e finì ufficialmente nel 1994: esso fu un sistema politico attuato dal governo sudafricano di etnia bianca (in Sudafrica e nelle zone da esso controllate, come la Namibia), attraverso il quale una parte della popolazione, specialmente quella nera, veniva privata dei diritti politici e civili essenziali (dal voto alle cure sanitarie) e discriminata per motivi razziali. Addirittura in alcune strutture frequentate da bianchi e neri (come gli autobus e i marciapiedi) venivano creati degli spazi appositamente dedicati agli uni e agli altri, in modo che non ci fossero mescolanze e scambi tra etnie. Il termine, che designa un vero e proprio “crimine contro l’umanità” dagli anni ’70, è ancora usato al giorno d’oggi per definire situazioni di discriminazione.
Anche Mandela fu vittima dell’apartheid. Il giorno 11 febbraio 1990 egli fu scarcerato dopo 27 anni di carcerazione per aver manifestato contro le ingiustizie e le violenze subite dalla parte nera e per aver invitato i lavoratori allo sciopero, dopo esser stato lui stesso guardiano in una miniera. Diventò il primo presidente nero del Sudafrica dal 1994 al 1999. Cercò di riportare l’uguaglianza nel suo Paese, ad esempio istituendo la “Commissione per la Verità e la Riconciliazione”. Purtroppo non riuscì a risolvere tutti i problemi che trovò. Infatti in Sud Africa, tuttora, c’è un alto tasso di malattie: la più diffusa è l’AIDS, una malattia che si può trasmettere attraverso rapporti sessuali non protetti, venendo a contatto con persone malate di AIDS, oppure, per i drogati, usando la stessa siringa o, in casi medici, usando strumenti non sterilizzati.
Il Sudafrica è una terra ricca di fascino: è prevalentemente costituito da altopiani, in cui convivono undici lingue ufficiali (le più diffuse sono lo zulu, lo xhosa e l’afrikaans, ma si parla anche l’inglese, poiché si tratta di un’ex colonia britannica) che lo rendono ricco di cultura. Non mancano i problemi, ma certamente sono stati fatti molti progressi negli ultimi anni.
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giovedì 21 Novembre 2024