“La chimera”: un sogno irraggiungibile

“La chimera” è un film italiano diretto da Alice Rohrwacher rilasciato nel 2023. Il titolo, allegoria del personaggio di Beniamina, rappresenta l’obiettivo irraggiungibile che il protagonista Arthur si è posto: ritrovare la compagna, scomparsa ormai da tempo.

Gli altri personaggi che conoscevano la ragazza sembrano tutti rassegnati e la credono deceduta. L’unica a riporre speranza in Arthur è la madre di Beniamina, Flora. L’anziana, relegata in casa con la badante Italia, crede nel ragazzo dato il suo naturale talento nel trovare oggetti, qualità che lo ha reso membro cardine di un gruppo di tombaroli locali.

Questi ultimi, membri delle fasce sociali meno abbienti, cercano fortuna depredando le tombe etrusche di cui il Lazio è pieno. La centralità di Arthur in questo lavoro viene evidenziata più volte, raggiungendo l’apice nel ritrovamento di una tomba etrusca probabilmente destinata ad un nobile. La statua di Diana scoperta all’interno diventa per Arthur un nuovo promemoria della figura di Beniamina e della ricerca che sta perseguendo. Sarà proprio la statua l’occasione di riscatto del gruppo: da una parte l’ingente profitto ottenibile dalla sua vendita sul mercato nero, dall’altra il riscatto personale di Arthur che abbandonerà il gruppo avendo compreso ciò che più gli serviva dalla vita.

Arthur viene presentato come un uomo taciturno e di poche parole, rabbuiato per ciò che il destino gli ha riservato e completamente rivolto alla ricerca della sua amata. La sua estraneità al gruppo di tombaroli viene palesata sin dall’inizio, per poi svanire gradualmente rivelando l’affinità che si era precedentemente formata fra i ragazzi.

In questa complicità si inserisce Italia, personaggio apparentemente marginale che diverrà successivamente primo moto del cambiamento di Arthur. Il suo attaccamento alla famiglia e la sua semplicità portano infatti l’inglese a riesperire l’amore provato per Beniamina e abbandonare i ragazzi, proiettandosi verso un futuro apparentemente più felice.

La compagna viene presentata unicamente attraverso i ricordi di Arthur e assume totalmente il ruolo di guida per l’uomo dal momento in cui viene rappresentata con il filo rosso, metafora del destino e del mito di Arianna, che nel labirinto di Dedalo permise a Teseo di fuggire.

Il giovane gruppo di tombaroli percepisce un desiderio di rivalsa nei confronti della società che si manifesta attraverso i furti, un minuscolo ingranaggio della macchina economica mafiosa che lucra sul traffico illegale di opere d’arte.

È a questa realtà ipocrita che Arthur si oppone, rifuggendo nella sua ricerca e nell’amore piuttosto che nel profitto.

Nella rappresentazione dei tombaroli e dei paesi del Lazio riemerge sotto certi aspetti la chiave neorealista della metà del Novecento, dove viene effettivamente dipinto uno spaccato di vita del luogo, semplice e rurale. Le scene di festa popolare racchiudono in questo senso un valore ancora più ampio, dipingendo di colori accesi il ritratto di un tipico paese del centro Italia.

Le scelte intraprese nella fotografia e nel montaggio sembrano voler sottolineare l’ambiente rustico e povero in cui i personaggi sono calati, sfocando le figure e sporcando le inquadrature.

“La Chimera” lancia uno sguardo alla tradizione cinematografica italiana e allo stesso tempo si proietta nel presente, denunciando una situazione reale e drammatica come il traffico illecito di opere d’arte e la povertà attraverso il nucleo cardine dell’amore.  Le svariate candidature a numerosi premi cinematografici che ha ricevuto sono una testimonianza del valore della pellicola che, pur concentrandosi su una prospettiva prettamente italiana, è stata apprezzata anche all’estero.

 

 

 

Attualità
Lascia un commento

I commenti sono moderati. Vi chiediamo cortesemente di non postare link pubblicitari e di non fare alcun tipo di spam.

Invia commento

Twitter:

sabato 21 Dicembre 2024